Uno studio dimostra che abbiamo una percezione sempre più distorta del tempo

SOCIETA’ – I ragazzi ingliesi, abituati agli orologi digitali o a “lettura diretta” giusto per intenderci le cifre che compaiono quando accendiamo il telefonino o che scorrono veloci sullo schermo televisivo mentre quardiamo una partita di calcio , non sarebbero più in grado di leggere l’ora negli orologi analogici o “a lancette”.

 

La scoperta si deve a docenti e dirigenti scolastici durante le prove di fine anno “si sono accorti che i ragazzini non riescono a capire quanto tempo manca al termine dell’esame perchè alla parete è appeso proprio un orologio analogico”. 

Preso atto della difficoltà che i ragazzi nati dal 2000 in poi – i millennials – hanno di leggere il passare del tempo sull’orologio a lancette, nelle scuole elementari del Regno Unito si stanno così sostituendo gli orologi analogici.

 

C’è da chiedersi se la scelta sia giusta. Per Cesare Cornoldi, esperto di psicologia dell’età evolutiva, “invece di sostituire gli orologi credo che a scuola si debba insegnare ai bambini a leggerli”. Sì perchè l’essere umano è l’unico vivente in grado di utilizzare due sistemi di comunicazione: analogica, che si basa sulla “somiglianza alla cosa rappresentata” e digitale o numerica che si basa sulla “cifra” che individua un corrispettivo. Abituati allo scatto della cifra, per il bambino è difficile acquisire il “senso del tempo” e del suo trascorrere.

 

Vuoi mettere la ricchezza e la precisione del messaggio: “Quando la lancetta grande avrà fatto un giro completo la mamma ritorna a casa” rispetto a “la mamma rientra quando sullo schermo compare la cifra 12.00”? Nel primo caso il bimbo si rende conto del tempo che ha adisposizione per riordinare i suoi giochi, come la mamma gli ha chiesto quando è uscita per fare la spesa. Aspettare che compaia sullo schermo la cifra 12.00 è invece solo noia!

 

Domani, abituato alla tastiera, il bambino sarà ancora in grado di impugnare la penna o la matita? In caso di emergenza, divenuto adulto, sarà in grado di scrivere con le mani sulla sabbia, a lettere cubitali, un enorme Hel Me per orientare i soccorritori?

 

Tomaso Tomai