
Proposta una Legge di iniziativa popolare per introdurre nelle scuole l’educazione alla cittadinanza
SOCIETA’ – Marco Lodoli scrittore pulipremiato, da suoi libri sono stati tratti film di successo, continua a insegnare in un Istituto Tecnico della cintura romana. Nel lontano 2002 ha sentito l’esigenza di comunicare “a chi per età, lavoro, interessi è lontano dal modo dei ragazzi” un pensiero atroce: “a me sembra che sia in corso un genocidio di cui pochi si stanno rendendo conto.
A essere massacrate sono le intelligenze degli adolescenti, il bene prezioso di ogni società che vuole distendersi verso il futuro”. Nel profetico articolo pubblicato da la Repubblica dal titolo “Il silenzio dei miei studenti che non sanno più ragionare” si ipotizzava che il nostro tipo di società producesse disadattati che avendo perduto il pensiero non sarebbero stati in grado di cavarsela da soli. Rifacendosi a Pasolini concludeva “Dopo essersi spente nelle campagne, le lucciole ora sia stanno spegnendo anche nelle teste.”
Sedici anni dopo mentre Susanna Tamaro scrive “Dopo l’ennesima spedizione punitiva di genitori contro un insegnante reo di fare il proprio lavoro, dopo i tristi casi di cronaca di professori sbeffeggiati, derisi e postati su Facebook, dopo l’inarrestabile escalation di bullismo…” le Procure della Repubblica per minorenni cominciano a indagare in merito ai video girati nelle scuole e divenuti virali sul web.
Il Governo in carica per il disbrigo degli affari correnti non si esprime; nel frattempo Dario Nardella, sindaco di Firenze, raccoglie le firme per una Legge di iniziativa popolare che propone un’ora di lezione di “Educazione alla cittadinanza”. Si tratterebbe di «Almeno trentatré ore l’anno d’insegnamento affidate ai maestri delle scuole materne e primarie fino ai docenti di discipline filosofiche, storiche, giuridiche ed economiche delle superiori. Se poi le ore fossero di più, meglio ancora. Perché l’educazione a diventare cittadini responsabili e diligenti dovrebbe essere uno dei capisaldi della convivenza civile». Vasto programma direbbe il generale De Gaulle!
Grati all’estensore della lodevole proposta c’è da chiedersi come mai abbia scelto l’impervia strada dell’ iniziativa popolare. Dal 1948, anno in cui entrò in vigore la Costituzione, mai una proposta di legge di iniziativa popolare è stata discussa in Parlamento.