Riportiamo le parole dei consiglieri di Forlì e Co. Giorgio Calderoni e Federico Morgagni

“Nel Consiglio comunale di lunedì era previsto il voto sul nuovo Regolamento dei quartieri elaborato dall’Amministrazione. A questo voto si era arrivati a seguito di una successione di forzature da parte della maggioranza, che aveva seccamente respinto le sollecitazioni arrivate da ogni parte per un rinvio che assicurasse un confronto più ampio e disteso per giungere ad un testo condiviso e che superasse le evidenti lacune e incongruenze di quello proposto.”  

“Tuttavia, se l’Amministrazione ha potuto sforzarsi di ignorare i nodi politici derivanti da un riaffermato approccio autoreferenziale, non ha invece potuto eludere i nodi legati alla legittimità di un testo i cui aspetti strutturali avevano sollevato fin dall’inizio ampie perplessità. Proprio per avere risposta a questi dubbi, nei giorni scorsi avevamo presentato una questione pregiudiziale all’approvazione del regolamento, sottolineando gli aspetti che a nostro avviso ne impedivano, nella stesura attuale, la messa al voto per contrasto manifesto con lo Statuto del Comune.”     

“Tale contrasto appare particolarmente evidente laddove lo Statuto del Comune di Forlì individua unicamente i Comitati di Quartiere quali “organismi di partecipazione e consultazione”, definendoli espressamente come “organismi consultivi dell’Amministrazione comunale” e “mezzi di segnalazione” alla stessa delle problematiche relative al proprio territorio. Lo Statuto prevede inoltre l’elettività dei Comitati di Quartiere, in ciò stabilendo quel nesso inscindibile tra elettività popolare e attribuzione agli stessi delle citate funzioni.” 

“Al contrario, la proposta del nuovo Regolamento spezza questo nesso inscindibile tra elettività e attribuzione di funzioni consultive e di partecipazione popolare, in quanto contempla sì l’elezione dei Comitati di Quartiere ma li priva di questi compiti per attribuirli invece a organismi di secondo grado e privi della diretta investitura elettiva popolare denominati Coordinamenti Territoriali dei Quartieri. Secondo la proposta infatti sono i Comitati territoriale di quartiere che si relazioneranno con l’Amministrazione con funzioni di proposta e interlocuzione, oltre ad avere la facoltà di indirizzare richieste e proposte agli organi comunali competenti, relativamente al bilancio comunale, al piano triennale e allo stato di attuazione delle opere pubbliche di interesse del territorio.

Altro punto critico del Regolamento è l’articolo 12, che attribuisce alla Giunta il compito di approvare specifiche linee guida per l’organizzazione e la gestione dei Coordinamenti territoriali dei quartieri su aspetti come sedi, strumenti, risorse finanziarie, risorse umane. Questo passaggio, che significa sostanzialmente l’attribuzione “in bianco” dell’emanazione di Linee guida alla Giunta, è in contrasto con gli articoli dello Statuto che attribuiscono al Consiglio le funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo del Comune, assegnando invece alla Giunta la funzione di attuare quegli indirizzi.

“Il riconoscimento delle puntualità delle nostre osservazioni è arrivato poche decine di minuti prima dell’inizio del Consiglio comunale con un parere del Segretario generale del Comune che sollecitava il rinvio della discussione del documento, data la necessità di approfondire i punti di contrasto con lo Statuto da noi evidenziati, cosa che poi è effettivamente avvenuta.”

“La forzatura tentata dall’Amministrazione è quindi fallita e la vicenda è tornata al punto di partenza. A questo punto il nostro appello a tutte le forze politiche è di recedere da inutili impuntature e sterili polemiche e di utilizzare questo tempo ulteriore per aprire il confronto nel merito dei contenuti del Regolamento, coinvolgendo anche i rappresentati dei quartieri. Se questa sarà la prospettiva noi ci saremo, rinnovando e sostenendo le proposte che già abbiamo esposto in Consiglio e all’opinione pubblica.”