Dida L’interno di Fico (foto di repertorio)

Diventerà Grand tour Italia con tutte le regioni rappresentate con cibo e folklore

Che non potesse funzionare lo avevano intuito in molti dopo averlo anche fugacemente visitato. Oltre alle corriere degli studenti in gita scolastica era difficile andare perché scollegato dalla città e decisamente fuori contesto. E allora si inventarono di far pagare il biglietto e le cose sono ulteriormente peggiorate. Così alla fine la realtà ha avuto la meglio e Fico, il grande parco italiano del cibo alle porte di Bologna controllato prima da Coop Alleanza 3.0 e da Oscar Farinetti e poi da maggio scorso solo dall’inventore di Eataly, ha dovuto socchiudere i battenti con sul groppone un debito pesante.

Quando, lo scorso maggio,  Oscar Farinetti aveva deciso di resistere a oltranza diceva di Fico: “C’è un piano di rilancio fatto con grande entusiasmo”. Lo scoglio più duro da affrontare e superare erano i debiti per 18 milioni – il bilancio 2022, come si legge sul Corriere di Bologna, parla chiaro: perdita da 6,5 milioni di euro, debiti per oltre 18 milioni e un patrimonio negativo di 10 milioni – e con la nuova gestione c’era l’intenzione di ridurre, rinegoziare e ripartire facendo pagare un biglietto per entrare dove la gente non entrava gratis. E le cose non sono andate bene; quattro mesi dopo, su Fico Farinetti getta la spugna: “Tra le cose che non mi sono venute bene c’è Fico” ammette ai microfoni di Radio 24. E dunque, ammesso il flop ne preannuncia la chiusura, poi smentita dalla dirigenza di Fico stessa. E, comunque,  il ritorno con altra formula e nome. I 100mila metri quadrati concessi dal Comune di Bologna all’inventore di Eataly per far partire la “Disneyland del cibo d’eccellenza” avevano visto nel 2017 prime settimane di grande movimento ed entusiasmo, anche grazie all’impatto  generato dall’Expo di Milano (ma anche allora fece 300mila visitatori contro il milione previsto) e la nuova impresa di Farinetti aveva attratto grandi investimenti e l’adesione di molti dei più prestigiosi marchi del cibo Made in Italy. Ma poi Fico ha sempre stentato e subito il colpo di grazia nel biennio di pandemia di Covid-19. Il tentativo di rilancio della scorsa tarda primavera non è riuscito. E ci sono ancora da affrontare e ripianare i debiti, il cui azzeramento Farinetti ha promesso entro il 2025, scommettendo che riporterà in campo la partecipazione delle aziende che hanno abbandonato il progetto e che non licenzierà nessuno. Quindi comincia la grande ristrutturazione di ciò che è stato Fico, di cui si annuncia che sarà un’area più bella e completa di prima che il prossimo aprile prenderà il nome di Grand Tour Italia. Un luogo che farà da vetrina per le osterie d’Italia, come ha annunciato Farinetti, “porteranno il loro folk e noi rappresenteremo la biodiversità”.

La dirigenza di Fico, tuttavia, pare  smentire Oscar Farinetti (che aveva parlato di una chiusura temporanea del parco) e assicura ai sindacati che non è prevista nessuna chiusura del parco, che verrà sì ristrutturato, “ma a zone, quindi senza chiudere del tutto i battenti”. Lo riferisce l’Agenzia Dire aggiungendo che però “resta la preoccupazione di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, che stanno raccogliendo voci sempre più insistenti circa l’intenzione di molte aziende di non rinnovare i contratti alla scadenza e di andarsene”. E sul nodo occupazionale apprensione e interrogativi sono arrivati nei giorni scorsi anche dalla politica locale. Secondo i sindacati, poi, qualche azienda potrebbe non rinnovare il contratto di permanenza nel sito, con conseguente perdita occupazionale. Ma la  dirigenza di Fico avrebbe precisato, come riferiscono  Filcams, Fisascat e Uiltucs, che il nuovo progetto necessita di molte risorse e si è impegnata a riassumere chi dovesse perdere il posto di lavoro e che i 55 lavoratori diretti non saranno posti in ammortizzatore sociale ma proseguiranno il lavoro all’interno di Fico. ” di Fico, riferiscono le sigle. “Alle nostre interrogazioni sulle sorti dei lavoratori afferenti alle società, ai consorzi e ai ristoranti interni al parco, la dirigenza ha sostenuto che tutte le aziende interne sono interessate al nuovo progetto ‘Gran Tour Italia’ pertanto, nessuno perderà il posto di lavoro. Queste affermazioni contrastano con le informazioni in nostro possesso”, osservano. L’auspicio di tutti è che l’area possa tornare al più presto a pieno regime e venga inserita nei percorsi turistici della città e della Romagna.