
I dati regionali sul turismo nel 2021 segnalano circa un terzo di presenze in meno rispetto al 2019 tutte colmate nel 2022 – Bene Cesenatico
A Rimini nel 2021 il podio per le presenze turistiche ma Ravenna centro storico non molla e i livelli prepandemia sono stati superati nel 2022. Dal 1° maggio al 30 settembre 2022 in tutta la Riviera dell’Emilia-Romagna – secondo l’Osservatorio Trademark – gli arrivi turistici sono stati 5.922.000 e le presenze 38.762.000: l’aumento è stato del +13% per quanto riguarda gli arrivi e del +11,1% per le presenze in rapporto al 2021 e del +3,7% negli arrivi e del +1,1% nelle presenze rispetto al 2019.
Ma, tornando ai dati del 2021, la prima località regionale per numero di presenze – così come fotografati in maniera definitiva per il 2021 dal Rapporto regionale sul turismo appena presentato dalla Ragione Emilia-Romagna – è Rimini con 5.222.151 pernottamenti, corrispondenti al 16,9% del flusso totale regionale. Una quota inferiore rispetto al 2019, quando era pari al 18,7%. In effetti, il recupero osservato rispetto al 2020 (+35% per ciò che riguarda gli arrivi e +33,4% per le presenze) è stato più contenuto rispetto alla media delle altre località rivierasche (rispettivamente pari a +34,4% e +37,6%), e anche la perdita in rapporto al 2019 rimane più marcata che altrove, con un calo degli arrivi del -34,4% e dei pernottamenti del -30,8%.
Mantiene il secondo posto Riccione con 2.962.870 presenze, pari al 9,62% del totale regionale, in aumento rispetto al 9% del 2019. L’incremento registrato nel 2020, pari a +30,2% per ciò che riguarda gli arrivi e +31,0% per i pernottamenti, è anche in questo caso inferiore alla media delle località rivierasche; tuttavia, la flessione in rapporto al 2019 è un po’ più contenuta rispetto al resto della Riviera: -22,2% per gli arrivi e -18,4% per le presenze (la media della Riviera è invece pari, rispettivamente, a -23,4% e -20,0%). Il recupero di Riccione è stato comunque sufficiente a mantenere il secondo posto, insidiato da Cervia al terzo, con 2.956.250 pernottamenti, pari al 9,59% del totale regionale. L’aumento del flusso rispetto al 2020 è stato del +32,1% per gli arrivi e +41,6% per le presenze, ciò che ha consentito di contenere la diminuzione rispetto al 2019 al -19,3% e -14,8%, rispettivamente. Dello stesso ordine di grandezza è anche il flusso turistico rilevato a Cesenatico, quarta località in Regione con 2.903.667 pernottamenti, pari al 9,42% del flusso regionale, e con una crescita rispetto al 2020 del +44,2% per ciò che riguarda gli arrivi e +44,5% per le presenze. Per effetto di questo recupero, la flessione rispetto al 2019 si è attestata, rispettivamente, a -14,9% e -14,7%. Rimane al quinto posto Bologna, prima tra le località non rivierasche, con 1.883.475 pernottamenti pari al 6,11% del totale regionale. Posizione difesa grazie al forte recupero registrato rispetto al 2020, con un incremento degli arrivi del +63,8% e delle presenze del +51,5%. Rimane comunque ampio il divario rispetto al livello pre-pandemico, per effetto delle restrizioni che hanno colpito in misura maggiore il turismo di tipo “business” (si pensi, ad esempio, alla chiusura delle fiere): rispetto al 2019, infatti, gli arrivi restano ancora sotto del -44,7% e i pernottamenti del -40,9%. Sale dall’ottavo al sesto posto, invece, Comacchio con i suoi lidi ferraresi, facendo registrare 1.869.800 pernottamenti, pari al 6,07% del totale regionale. La sua maggiore prevalenza di strutture extra-alberghiere (rispetto alle altre località rivierasche) ha consentito a questi lidi di contenere le perdite del flusso nel biennio della pandemia, con una flessione degli arrivi solo del -9,7% rispetto al 2019 e delle presenze del -6,4% (+33,7% e +40,2% sono gli incrementi, rispettivamente, in rapporto al 2020). Seguono, nell’ordine, altre 5 località rivierasche: Ravenna Lidi e Bellaria-Igea Marina, che perdono entrambe una posizione, facendo registrare rispettivamente 1.785.788 e 1.780.397 presenze, pari al 5,80% e 5,78% del totale del flusso regionale. E poi, dal nono all’undicesimo posto, Cattolica, Misano Adriatico e Gatteo, rispettivamente con 1.459.013, 680.678 e 602.938 pernottamenti, corrispondenti al 4,73%, 2,21% e 1,96% del totale regionale.
Per quanto riguarda le località termali, queste sono state quelle più penalizzate dal biennio pandemico, come si è già visto. Quella che ha fatto registrare il flusso turistico più cospicuo è Bagno di Romagna con 191.138 pernottamenti, pari allo 0,62% del totale regionale, riuscendo anche a contenere le perdite meglio delle altre località di questo ambito: rispetto al 2019, infatti, gli arrivi sono ancora sotto del -22,3% e le presenze del -25,2%. Molto peggio è andata a Salsomaggiore Terme che con 158.732 pernottamenti (lo 0,52% del totale regionale) perde per la prima volta il primato in questo ambito, a causa del crollo del -53% delle presenze rispetto al 2019 (-51,7%, invece, è l’entità del calo degli arrivi). Conferma al terzo posto tra le località termali per Castel San Pietro Terme con 86.372 pernottamenti (lo 0,28% del flusso regionale), riuscendo a contenere le perdite rispetto al 2019: -25,1% è la flessione degli arrivi e -21,8% quella delle presenze.
Tra i grandi comuni (cioè quelli sopra i 50 mila abitanti), oltre a Bologna di cui si è già detto, quelli col maggior numero di presenze sono, nell’ordine: Parma, Ravenna Città, Modena e Ferrara, rispettivamente con 453.761, 408.851, 396.622 e 319.099 pernottamenti, corrispondenti al 1,47%, 1,33%, 1,29% e 1,04% del flusso regionale. Le perdite più pesanti rispetto al 2019 sono state osservate a Parma con una diminuzione del -35,8% per ciò che riguarda gli arrivi e del -37,0% con riferimento alle presenze. Flessioni grossomodo dello stesso ordine di grandezza si sono rilevate anche a Ferrara (-42,1% e -33,4%, rispettivamente) e a Modena (-36,2% e -33,2%), mentre nel centro storico di Ravenna il calo è stato molto più contenuto (-28,9% e -18,0%), probabilmente beneficiando della vicinanza del mare.