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Il presidente della Camera di commercio della Romagna, Alberto Zambianchi: “I dati raccolti riportano, anche per le nostre realtà territoriali, segnali non negativi in termini di numerosità delle imprese, si tratta, però, di dati che devono essere contestualizzati all’interno della straordinarietà della situazione attuale”

In aumento il numero delle iscrizioni di nuove imprese, il numero delle localizzazioni e delle imprese attive; in calo le cancellazioni. Stabilità per le imprese del settore Commercio; in crescita quelle delle Attività immobiliari e delle Costruzioni; in flessione i settori Agricoltura, Manifatturiero, Alloggio e ristorazione e i Servizi alla persona. Crescono alcuni comparti del terziario (attività professionali, servizi di supporto alle imprese, ICT). Continua l’aumento del numero delle società di capitale, mentre rallenta il decremento delle ditte individuali. I dati Infocamere-Movimprese per il primo trimestre del 2021, relativi al sistema imprenditoriale della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), confermano anche l’elevata e diffusa imprenditorialità rispetto al livello regionale e ancor più a quello nazionale.

“I dati raccolti riportano, anche per le nostre realtà territoriali, segnali non negativi in termini di numerosità delle imprese, si tratta, però, di dati che devono essere contestualizzati all’interno della straordinarietà della situazione attuale. Il prolungato rallentamento delle attività economiche ha infatti alterato la movimentazione anagrafica: le cancellazioni sono diminuite, mentre le iscrizioni sono rimaste costanti. Tale dinamica, rilevata anche su altri territori, mostra chiaramente che sta emergendo un atteggiamento “riflessivo” da parte di molti imprenditori. Seppure si registrano grandi difficoltà, prevalgono il desiderio e la forza di resistere, nella speranza che al più presto si manifesti la ripresa. Occorre poi ricordare anche che la demografia è da considerarsi una “variabile lenta”, perché ad un progetto di impresa corrisponde quasi sempre, oltre che a una forma di auto impiego, anche un progetto di realizzazione personale, e cioè, di vita. Pertanto, per un imprenditore, chiudere la propria impresa significa molto di più che far finire un progetto economico – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Va, inoltre, evidenziato che anche gli interventi di tutela e di incentivo di livello nazionale, per quanto giunti in ritardo e per quanto di modesta entità, hanno contribuito al mantenimento della base imprenditoriale. Aggiungo che questo stato di cose è in gran parte connesso alla capacità di resilienza dei nostri imprenditori ed parimenti connesso alle aspettative di miglioramento della situazione complessiva, miglioramento favorito anche dall’arrivo dell’estate e dal progredire delle vaccinazioni. La Camera di commercio della Romagna è al lavoro, insieme alle altre Istituzioni e alle Associazioni di Categoria, per dare risposte concrete e tempestive alle richieste del mondo imprenditoriale e per riavviare la crescita economica dei nostri territori, anche attraverso i progetti e le ingenti risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

Secondo i dati Infocamere-Movimprese elaborati dall’Ufficio Informazione economica della Camera di commercio della Romagna, al 31/03/2021 nel sistema aggregato Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) si contano 81.075 imprese registrate (sedi), di cui 70.422 attive. Le localizzazioni (sedi di impresa e unità locali) registrate sono 99.320, di cui 88.047 quelle attive (+0,6% rispetto al medesimo periodo del 2020). L’imprenditorialità si conferma diffusa: 96 imprese attive ogni 1.000 abitanti (89 imprese a livello regionale e 86 a livello nazionale).

Nel corso del primo trimestre del 2021 nell’aggregato Romagna si sono verificate 1.453 iscrizioni (+2,6% rispetto al dato del primo trimestre 2020) e 1.433 cancellazioni (-26,1%) (al netto di quelle d’ufficio), per un saldo positivo di 20 unità (nel primo trimestre del 2020 il saldo fu pari a -523); il tasso di crescita trimestrale delle imprese registrate risulta pertanto pari a +0,02%, migliore del dato regionale (-0,13%) e in linea con quello nazionale (+0,08%). Nel confronto tendenziale con il 31/03/2020 si riscontra un aumento delle imprese attive pari allo 0,4%, superiore al dato regionale (+0,2%) e inferiore a quello nazionale (+0,9%).

Per quel che riguarda i settori economici, i principali risultano, nell’ordine: Commercio (23,3% sul totale delle imprese attive), stabile la dinamica (-0,1%); Costruzioni (14,9%), in aumento dell’1,3%; Agricoltura (12,4%), in flessione dello 0,6%; Alloggio e ristorazione (10,4%) in flessione dello 0,6%; Industria manifatturiera (8,4%), in moderata flessione (-0,4%), mentre le Attività immobiliari (8,1% l’incidenza) sono in aumento (+2,3%). Si segnala il ridimensionamento del settore “Altre attività di servizi” (incidenza del 4,6% sul totale, -1,8% la dinamica tendenziale) che comprendono i servizi alla persona come acconciatori e centri estetici e “Trasporto e magazzinaggio” (3,1% l’incidenza, -3,0% la dinamica). Aumentano le imprese attive nei comparti “Attività professionali, scientifiche e tecniche” (incidenza del 3,7%, con una crescita del 4,5%) e “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (incidenza del 3,0%, +3,8%).

Per quanto concerne la natura giuridica, più della metà delle imprese attive (il 54,6%) è costituita come ditta individuale (che risultano stabili rispetto ai 12 mesi precedenti); seguono le società di persone (22,8%) e le società di capitale (20,4%), unica forma giuridica in aumento (+3,6%), come si riscontra negli altri territori di riferimento (Emilia-Romagna e Italia).

Al 31 marzo 2021 le imprese artigiane attive sono 21.207 (il 30,1.% del totale), stabili (-0,2%) rispetto al medesimo periodo del 2020.

Sistema imprenditoriale: focus provinciale Forlì-Cesena

Alla data in esame (31/03/2021), in provincia di Forlì-Cesena si contano 41.598 imprese registrate, delle quali 36.307 attive. Al 31/03/2021 le localizzazioni registrate (sedi e unità locali) sono 50.475 delle quali 44.890 attive (in aumento dello 0,4% rispetto al 31/03/2020). L’imprenditorialità in provincia è particolarmente diffusa: 92 imprese attive ogni 1.000 abitanti (89 imprese a livello regionale e 86 a livello nazionale).

Nel primo trimestre del 2021 si sono verificate 658 iscrizioni (+0,3%) e 750 cancellazioni (-21,1%) (al netto di quelle d’ufficio), per un saldo negativo di 92 unità (nel primo trimestre del 2020 fu pari a -294 unità). il tasso di crescita trimestrale delle imprese registrate risulta pertanto pari a -0,22%, peggiore del dato regionale (-0,13) e nazionale (+0,08%).

Nel confronto con il primo trimestre del 2020, si riscontra una stabilità delle imprese attive (+0,1%), in linea con il trend regionale (+0,2%), mentre a livello nazionale si apprezza una crescita (+0,9%). La dinamica delle imprese attive presenta alcune differenze a livello delle principali aggregazioni territoriali: comprensorio di Cesena (+0,4%), comprensorio di Forlì (-0,2%); Comune di Cesena (+0,1%), Comune di Forlì (+0,2%), Comuni marittimi (+0,8%), Area del Basso Rubicone (+0,5%), Vallate (-0,5%), Aree montane (+0,6%).

Con riferimento ai principali settori economici si ritrovano, nell’ordine, il Commercio (21,6% sul totale) con una flessione dello 0,5% delle imprese attive rispetto al primo trimestre 2020, l’Agricoltura (incidenza 17,4%, -0,8% la dinamica), le Costruzioni (incidenza del 15,3%, +0,8%), il Manifatturiero (incidenza pari al 9,5%, -1,1%) e le Attività di alloggio e ristorazione (7,5% del totale, -0,3%). In crescita le Attività professionali, scientifiche e tecniche (incidenza del 3,6%, variazione del +3,5%), le Attività immobiliari (+3,0%), che costituiscono il 6,5% del totale delle imprese attive e quelle di “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (incidenza del 2,7%, variazione del +4,4%); in flessione, invece, le imprese del settore “Altre attività di servizio” (incidenza del 4,9% sul totale, -2,6% la dinamica) che comprendono i servizi alla persona come acconciatori e centri estetici e “Trasporto e magazzinaggio” (3,5% l’incidenza, -3,0% la variazione).

Per quanto riguarda la natura giuridica, le imprese individuali sono maggioritarie (57,0% sul totale) e in flessione dello 0,5%, seguite dalle società di persone (21,2% l’incidenza) in flessione dello 0,9%. Le società di capitale (19,1% del totale delle imprese attive) sono, invece, in aumento (+3,4%), analogamente altri territori di riferimento (Emilia-Romagna e Italia).

Al 31 marzo 2021 le imprese artigiane attive sono 11.723 (il 32,3% del totale), in calo dello 0,6% rispetto al medesimo periodo del 2020.