
Per Unioncamere l’Emilia-Romagna si conferma la seconda regione esportatrice italiana alle spalle della Lombardia. Bene farmaceutica e alimentare, male le meccanica
Tra gennaio e marzo, si è avuta una brusca inversione della forte tendenza positiva delle vendite all’estero dell’Emilia-Romagna, avviata con l’inizio del 2017 e che aveva già subito un rallentamento a fine 2019. Le esportazioni dell’Emilia-Romagna sono risultate pari a poco più 15.643 milioni di euro, che corrispondono al 13,9% dell’export nazionale, ma hanno fatto segnare una flessione del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2019 secondo i dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane, analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna. L’export nazionale ha mostrato una tendenza negativa leggermente più contenuta (-1,9%). Tra le regioni grandi esportatrici del Nord Italia e maggiormente colpite dalla pandemia, l’andamento non è comunque omogeneo. Le esportazioni della Lombardia si sono ridotte del 3%, quelle del Veneto del 3,2% ma quelle del Piemonte hanno perso il 5,8%. L’Emilia-Romagna si dimostra più solida e si conferma la seconda regione italiana per quota delle esportazioni nazionali.
I settori
Il segno rosso non ha prevalso in tutti i comparti, anzi, alcuni hanno ottenuto incrementi notevoli. Il principale contributo positivo è venuto dall’eccezionale aumento dell’export dell’aggregato delle altre industrie manifatturiere (+40,2%), dovuto a un incremento di quasi 2,5 volte delle esportazioni dell’industria del tabacco, giunta a rappresentare il 2,3% dell’export regionale. Inoltre, le esportazioni dei prodotti farmaceutici sono aumentate del 41,8% e quelle dell’industria alimentare e delle bevande dell’11,3%. Tengono la ceramica e vetro e flettono leggermente le esportazioni della moda, sostenute dall’industria della pelletteria e calzature.È invece pesante la caduta per l’export di mezzi di trasporto (-9,8%), della metallurgia e dei prodotti in metallo (-9,7%), di macchinari e apparecchiature meccaniche (-9,4%) e delle apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura (-8,6%). Questi ultimi due settori avevano già dato chiari segnali di difficoltà in precedenza.
Le destinazioni