
Bloomfield ed Aliva protagonisti in Grecia per il recupero della “casa dello studente” dell’Università di Atene
CESENA – Un ‘po’ d’Italia, o meglio un po’ di Romagna, e ancora più precisamente un po’ di Cesena si fa largo nel panorama Europeo. Dall’8 al 10 maggio prossimo si terrà ad Atene il 3° meeting “ProGetonE – Proactive synergy, of inteGrated Efficient Technologies on buildings’ Envelopes”. Dietro l’acronimo e il titolo tecnico l’intuizione: trovare il modo di riqualificare un edificio urbano in termini strutturali, tenendo conto del risparmio energetico e assicurando i più elevati standard di sicurezza sismica possibili.
Una sfida che la cesenate Bloomfield ha raccolto e su cui ha lavorato per oltre un anno insieme ad altri partner del territorio emiliano romagnolo. A guidare la cordata il dipartimento di Architettura dell’università di Bologna che ha potuto finanziare l’intera operazione accedendo alle risorse, più di 3 milioni e mezzo di euro, messe a disposizione dal programma UE “Horizon 2020”. Partendo da un edificio preesistente, si interverrà sulla struttura. Inizialmente erano state individuate una serie di palazzine popolari del quartiere Peristeri di Atene, ma ora il progetto di riqualificazione interesserà una casa per studenti dell’Università di Atene.
IL PROGETTO MADE IN ROMAGNA
Bloomfield insieme ad Aliva (azienda di San mauro pascoli) hanno progettato un vero e proprio esoscheletro che andrà ad ampliare ulteriormente la volumetria dell’edificio di quattro piani che ad oggi accoglie ben 138 stanze e 16 aree comuni. La nuova struttura, sarà implementata da una sorta di involucro che avrà la funzione di ampliare gli spazi dell’edificio stesso da un lato, dall’altro di consolidare l’edificio favorendo in questo modo la dissipazione dell’energia sismica. In buona sostanza la casa dello studente diventerà un edificio più sicuro in caso di terremoto. Questa innovazione, presa a modello dalla natura (diversi invertebrati adottano questo tipo di struttura per adattarsi all’ambiente circostante), ha visto le sue prime applicazioni in campo militare, come ausilio al trasporto di materiali molto pesanti, poi in campo biomedico, per poi approdare nell’architettura e nell’edilizia. I vantaggi non si limitano ad una maggiore stabilità strutturale ma si estendono anche su altri campi come quello del risparmio energetico, limitando le dispersioni di calore ad esempio, oppure su quello funzionale attraverso la riorganizzazione interna degli ambienti (in questo caso ampliando le stanze, degli spazi comuni, dei vani scala ecc.). Da ultimo ma non meno importante c’è l’aspetto estetico. Ridefinendo la facciata dell’edificio si riadatterà la struttura ad uno spazio urbano che nei corsi dei decenni è mutato.
LA REPLICABILITA’
L’ampliamento dei volumi e la messa in sicurezza degli edifici attraverso sistemi come quello progettato da Bloomfield e Aliva permetterebbe di recuperare e riqualificare, con costi molto contenuti, immobili fatiscenti o comunque non più a norma rispetto alle vigenti normative italiane ed europee. Di questo è certo anche Acer di Reggio Emilia che ha intenzione di ricorrere ad una soluzione di questo genere per un edificio di edilizia popolare a Bagnolo in Piano. Si tratta tuttavia di un problema non esclusivamente italiano ma che interessa davvero l’intero vecchio continente. Gran parte del patrimonio edilizio europeo realizzato negli anni del secondo dopo guerra potrebbe e dovrebbe essere recuperato rigenerandone gli spazi e trasformando “preistorici palazzoni” in luoghi riqualificati dal punto di vista edilizio, funzionale e sociale.