FORLÌ. “Sono orgoglioso di aver concorso all’approvazione della legge contro il bullismo in rete (cyberbullismo) potenziando le norme esistenti e puntando sulla prevenzione” queste le parole pronunciate dall’On. Di Maio che abbiamo appreso dalla stampa qualche tempo fa.

Purtroppo però se da una parte si potenziano le norme esistenti dall’altra, inspiegabilmente, si taglia sui presidi della Polizia di Stato che quelle norme dovrebbero applicarle soprattutto in un aspetto fondamentale come quello della prevenzione.
È notizia di questi giorni, purtroppo, che il progetto di soppressione delle Sezioni della Polizia Postale e delle Comunicazioni avrebbe subito una evoluzione a discapito della sezione forlivese.
A differenza di quanto previsto in partenza, ovvero la chiusura di 76 Sezione di Polizia Postale e delle Comunicazioni, il nuovo progetto prevede la ”salvezza” di almeno 31 Sezioni. Purtroppo Forlì non è ricompresa tra le 31 sezioni salvate. Può ridere invece la vicina Provincia di Rimini ricompresa nel nuovo progetto che prevedrebbe la creazione di “macrosezioni” con competenza su più province.
Ricordiamo infatti che a Rimini l’On. Tiziano Arlotti del PD aveva sentito il bisogno di scrivere al Capo della Polizia Prefetto Gabrielli per chiedere di tutelare la Sezione di Polizia Postale e delle Telecomunicazioni riminese garantendo un adeguato organico e la piena operatività sostenendo che “I recenti trasferimenti di ulteriori 3 elementi sembrano manifestare inoltre l’intenzione, a livello centrale, di arrivare in ogni caso alla chiusura di questo importante servizio specialistico, che deve invece mantenere le sue peculiarità di presenza sul territorio ed essere supportato da una adeguata tecnologia e da personale altamente specializzato.”
Nel contempo l’On. Giulia Sarti del M5S aveva ritenuto di depositare presso la Commissione Affari Costituzionali una risoluzione contro “un taglio netto all’organico e un depotenziamento continuo…” della medesima Sezione riminese sottolineando come questo disegno, che coinvolge moltissime altre sezioni di Polizia Postale in tutta Italia, alla fine si prefigga di ”depotenziare, tagliare risorse, diminuire l’organico e infine arrivare alla chiusura con la scusa che non si produce abbastanza e che le stesse funzioni possono essere svolte altrove”. A Forlì qualcuno aveva giustamente posto la questione ma si è preferito fidarsi di pseudoesperti di sicurezza.
Con la seduta del Consiglio Comunale del 12 luglio scorso, ricordiamo, si è persa l’ennesima occasione per fare qualcosa per la nostra città e per la nostra provincia. Anzi, probabilmente è stato ciò che ha affossato definitivamente le speranze di poter salvare la sezione forlivese. Il disinteresse e la scarsa attenzione, l’accettazione supina e acritica di uno scellerato progetto di tagli lineari ha fatto si che, alla fine, probabilmente la più vicina Sezione di Polizia Postale e delle Telecomunicazioni a cui i cittadini forlivesi si potranno rivolgere si troverà a 50 km.
Eppure Forlì aveva tutte le carte in regola per resistere e vincere questa battaglia. Tra le sezioni romagnole (Forlì, Ravenna e Rimini) è quella ancora oggi più numerosa; geograficamente è quella la cui distanza media tra le diverse province è la più favorevole; è ubicata in uno stabile di proprietà del demanio recentemente interamente ristrutturato quindi altamente funzionale; è ubicata in Via Bertini, posizione strategica facilmente raggiungibile anche da chi provenisse da fuori. 

 

Insomma Forlì è meglio di Rimini!

Ma nulla di tutto questo è stato valutato. Oggi è iniziato il conto alla rovescia verso una chiusura che porterà un ulteriore impoverimento dell’apparato della sicurezza in città. L’età media dei poliziotti della provincia, infatti, è molto alta. Troppo alta. I tempi di attesa necessari ad ottenere il trasferimento a Forlì per quanti oggi lavorino lontano da casa sono divenuti oramai biblici. Con le chiusure (Sezione di Polizia Postale ed eventualmente Distaccamento Stradale di Rocca San Casciano) si determinerebbe una contrazione dei “posti disponibili”. La conseguenza sarebbe un ulteriore allungamento dei tempi di attesa ed i trasferimenti riguarderanno solamente poliziotti già “vecchi”.
Per questo motivo rivolgiamo, ancora una volta, il nostro appello a tutte le forze politiche locali, alle istituzioni ed ai cittadini affinchè si facciano portavoce della giusta richiesta di sicurezza che proviene dai territori “di periferia” troppo spesso sacrificati.

 

Forse siamo ancora in tempo.

 

Il Segretario Provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia Roberto Meloni – Comunicazione