Il consigliere Billi: “Non ci facciamo prendere da fretta ricattatoria”
CASTROCARO. Debolezza, stanchezza, rassegnazione, frustrazione. Erano queste le sensazioni che maggiormente si avvertivano ieri sera, durante l’assemblea pubblica sulla questione Terme. Ben altri toni, sia da parte dell’Amministrazione ma anche dei cittadini presenti, rispetto ad altre precedenti occasioni di confronto. Le Terme di Castrocaro, vero orgoglio della città, vera e unica industria della comunità, stanno per essere agguantate dal socio privato ad un prezzo di saldo. Ieri sera, la presentazione della proposta che la Long Life ha presentato il 21 luglio scorso.
La situazione attuale. Al momento, le Terme di Castrocaro sono gestite da un socio privato che detiene il 49 per cento del capitale azionario. Il Comune detiene poco più del 30 per cento, Regione Emilia-Romagna e Provincia di Forlì-Cesena hanno, ognuna, il 10 per cento.
Il contenzioso. Come spiegato ieri sera dal vicesindaco Sanzani, tutto nasce da un contenzioso sviluppatosi negli ultimi anni tra socio privato e soci pubblici. Il contenzioso è stato anche oggetto di un arbitraggio. Il socio privato sostiene di aver investito inizialmente 6 milioni e 900mila euro nella struttura, cifra poi portata a 7 milioni e 800mila euro. L’arbitraggio ne ha riconosciuti 3 milioni e 900mila. Long Life ha chiesto, quindi, di ridurre l’affitto, ma questo gli è stato negato. Sentendosi nel giusto, da nove mesi il socio privato ha deciso di non pagare più l’affitto, che ammonta a 70mila euro al mese + iva.
Le proposte. La lettera inviata il 21 luglio da Long Life avanza alcune proposte. In primis, di chiudere da subito la questione dell’affitto, regolarizzando la situazione entro breve e pagando i pregressi. Inoltre, come spiegato dal Vicesindaco Sanzani: “Long Life e la società Terme Spa hanno firmato una transazione. Loro (Long Life, ndr), sono disponibili a chiudere tutta la partita dicendo: ‘abbiamo fatto in totale 7 milioni e 800mila euro, l’arbitraggio ci ha dato ragione per 3 milioni e mezzo; noi siamo disponibili a transare per 3 milioni e mezzo, in conto capitale’ ”.
Il secondo punto della lettera riguarda la disponibilità di Long Life a comprare il 10 per cento del valore dell’azienda tramite un bando pubblico. L’importo totale per le casse pubbliche sarà di 1 milione e 459mila euro, da suddividersi in quote proporzionali tra Comune, Regione e Provincia. Al Comune andranno 875mila euro, mentre alla Provincia e alla Regione 291mila euro ciascuna.
Con questo passaggio, Long Life porterebbe le sue quote al 59 per cento: sicuramente un pacchetto consistente, ma non ancora bastevole per autorizzare l’aumento di capitale, per il quale serve il 66 per cento di quote. I soci pubblici devono quindi impegnarsi a garantire l’appoggio per l’aumento di capitale.
L’aumento di capitale. Long Life prevede di investire circa 10 milioni e mezzo di euro, da cui scalare i soldi già spesi e riconosciuti dall’arbitraggio: in totale, circa 7 milioni di euro di investimenti nel compendio termale. In un primo stralcio, Long Life intende investire nel sistema delle piscine. L’offerta ha valore fino al 30 novembre 2016.
I lavoratori. All’assemblea erano presenti i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, che hanno manifestato perplessità e hanno avanzato l’ipotesi che, soprattutto in riferimento ai rapporti con il gestore, già piuttosto rigidi, non potranno che peggiorare.
Le opposizioni. Presenti, ieri sera, due consiglieri di opposizione: il capogruppo Claudio Aldini, che ha ribadito la sua posizione – ”chiudere in fretta la partità perché ora può solo andare peggio” – e Francesco Billi, che ha dichiarato: “io mantengo di fronte a questa proposta un margine significativo di perplessità. Più che sul vendere o non vendere, a questo punto, io sono preoccupato che, proseguendo nelle trattative, ci si lasci prendere da una fretta ricattatoria. Io spero che si riesca a riportare dalla nostra parte anche solo una fettina di manico del coltello”.
Proposte. Tra le proposte emerse in sede di assemblea pubblica, quella di un cittadino che chiede che i soldi che Regione e Provincia otterrebbero dalla vendita delle Terme dovrebbero poter essere reinvestiti su Castrocaro.
Una voce fuori dal coro. Tanto di cappello alla turista che ieri sera, pur potendo godersi una serata di vacanza, ha preferito invece venire alla riunione, accompagnata dal marito. La turista, residente in Puglia, ha dichiarato di venire in vacanza alle Terme di Castrocaro da vent’anni e che da circa sei anni l’offerta turistica è andata sempre più riducendosi, soprattutto per quel che riguarda gli spettacoli e i divertimenti, riconoscendo, nel contempo, alla consigliera Campacci un ruolo di grande organizzatrice.
Una riflessione. Mi si consenta una riflessione e qualche domanda. Corte dei Conti, Regione Emilia-Romagna, Comune e Provincia di Forlì-Cesena spingono nella direzione della cessione delle Terme. Ora anche la Legge Madia, come sottolineato ieri sera da Sindaco e Vicesindaco, potrebbe creare non pochi problemi alle società partecipate. Tutto spinge verso la privatizzazione del bene pubblico. Tutto, eccezion fatta per il buon senso, che spinge a chiedersi: e dopo? Una volta esauriti quegli spiccioli con cui il socio privato acquisirà una realtà termale di indubbio valore, alla comunità che cosa resterà? Se la scelta è tra l’uovo e la gallina e il pubblico ha già scelto l’uovo e ha preferito lasciare al privato la gallina, cosa mangeranno domani i cittadini? Di cosa vivrà la Comunità se la principale industria cittadina passa nelle mani di un privato che, una volta acquisito tutto il complesso, potrebbe – ma sarebbe inverosimile – anche trasformarlo radicalmente? Cosa succederà alla città una volta chiuso il portone delle Terme e consegnate le chiavi al nuovo proprietario? Sarà più ricca o più povera? Sarà in grado di ripensarsi e riconvertirsi? Sarà in grado di tramandare qualcosa dai padri ai figli – un’attività economica, un patrimonio storico, una memoria – o si lascerà morire, dolcemente e lentamente?
Per l’intervento integrale del Vicesindaco William Sanzani, consultare il video su youtube
(Michele Dori)