
L’intervento del Segretario provinciale del Nuovo Sindacato Carabinieri
“La distorsione della realtà sui social, afferma il Segretario provinciale del Nuovo Sindacato Carabinieri, Giovanni Morgese, è oramai quasi un metodo scientifico per diffamare impunemente tutti e tutto. Sempre più spesso l’emulazione incoraggia schiere di giovani – pseudo videoreporter – a immortalare i momenti salienti di un arresto, vedi ad esempio l’arresto del giovane a Milano Marittima, per poi utilizzarlo come trampolino di lancio per denigrare le forze di polizia accusandole di atteggiamenti violenti e di aver utilizzato la forza. Di certo non è il web che dovrebbe educare alla legalità ma come Nuovo Sindacato Carabinieri non possiamo non intervenire e sollecitare famiglie e scuola ad agire per formare una coscienza consapevole. Provate ad immaginare che mondo sarebbe se in tutti i campi lavorativi tollerassimo video riprese nelle scuole, nei posti di lavoro e rimanessimo indifferenti alla ‘bullizzazione’ delle vittime prescelte. E’ ora che il legislatore si ponga serie domande e legiferi per porre fine a questo sciacallaggio mediatico. L’ uso della “forza” è strumento con cui convivono per loro natura le Forze di Polizia ed è ben disciplinato dall’attuale codice penale. Qualcuno deve pur spiegare alle nuove generazioni che il semplice divincolarsi per sottrarsi ad un controllo di identificazione di per sé costituisce resistenza. La resistenza va vinta con l’utilizzo della forza, proporzionale, ma inevitabile.
Se però i mass media – continua Morgese – talvolta, con i propri giornalisti di punta, e cito ad esempio Saverio Tommasi di Fanpage che posta sul proprio account Facebook dichiarazioni sibilline sul conto dei carabinieri, citando parallelismi per sottolinearne l’ottusità operativa e ne mina l’integrità morale per correlare il loro ‘modus agendi’ a quello Piacentino, si comprende che siamo davvero lontani da una soluzione che porti il giusto equilibrio tra il diritto di cronaca, la libertà di pensiero e la tutela dei lavoratori : ‘i carabinieri intervengono per un pericoloso falò in spiaggia ma gli s’insabbia l’auto, e i ragazzi li aiutano provvedendo a spingerla. Mi ricorda quando da ragazzi ci perquisivano per trovare un grammo d’erba, con la stessa serietà che se avessero fermato un trafficante di coca messicano. E poi, se trovavano il grammo d’erba, qualche volta se lo prendevano loro’.
Orbene pur comprendendo e rispettando le idee politiche di tutti, di Saverio Tommasi compreso (la liberalizzazione delle droghe leggere), – afferma Morgese – non deve passare il messaggio attraverso la denigrazione di chi è chiamato solo ad applicare le leggi. Le leggi possono essere cambiate. Ed è legittima la critica politica, ma infamare – in modo apodittico le persone non è mai una strada”.