foto di repertorio

Arrestato in flagranza un uomo di 45 anni, ritenuto responsabile del reato di tentate lesioni personali gravissime, premeditate e pluriaggravate

La Polizia di Stato ha arrestato, in flagranza, un cittadino albanese di 45 anni, ritenuto responsabile del reato di tentate lesioni personali gravissime, premeditate e pluriaggravate, nonché minaccia grave, commesso nella serata di sabato scorso in occasione di una accesa lite avvenuta tra ospiti all’interno della Caritas cittadina. 

L’intervento delle volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Forlì è stato richiesto poco dopo le 19, e la segnalazione indicava persone in lite e ferite.

Al loro arrivo gli agenti hanno riscontrato la presenza dell’albanese che si presentava con il volto ricoperto di sangue e palesemente ubriaco, e identificavano anche la controparte, poi rivelatosi essere vittima di aggressione, un cittadino nigeriano di 29 anni. Quest’ultimo, che era imbrattato di benzina, raccontava che poco prima l’albanese, per motivi futili, lo aveva avvicinato e prendendolo di sorpresa gli aveva versato addosso quasi tutto il contenunto di una bottiglia di benzina, e contemporaneamente, mentre lo minacciava di morte, aveva avvicinato la mano con l’accendino.

L’aggredito, con una pronta reazione, era riuscito a divincolarsi e a fuggire, inseguito per parecchi minuti dall’avversario tra le aiuole del cortile interno alla Caritas, fino a quando l’uomo non era bloccato grazie all’intervento di altri ospiti e all’arrivo degli agenti. Anche in loro presenza, il 45enne ha continuato a proferire minacce di morte. A seguito di perquisizione gli è stato sequestrato l’accendino, ed è stata anche recuperata la bottiglia della capienza di lt. 1.5, all’interno della quale restavano solo pochi centilitri di liquido infiammabile. Acquisito un filmato che documenta le fasi salienti immediatamente successive al primo approccio, durante le quali per sette minuti l’aggressore ha inseguito la vittima minacciandola ripetutamente di morte mediante l’innesco del liquido di cui aveva cosparso il suo avversario. Secondo quanto riferito dai presenti pare che la vicenda fosse collegata ad un litigio avvenuto nella serata precedente, rimasto solo a livello verbale, e dall’astio e spirito di rivalsa dell’albanese, che già in giornata aveva paventato che avrebbe fatto qualcosa di grave, sebbene nessuno avesse capito esattamente quali fossero le sue reali intenzioni e comunque nessuno avesse immaginato potesse arrivare a tanto. Sembra anche che l’albanese si fosse formato la convinzione che il nigeriano volesse arrogarsi una sorta di prevalenza sugli altri ospiti, comportandosi come una specie di piccolo capo, circostanza – questa – smentita però dagli altri ospiti e dagli addetti e volontari che operano in seno alla Caritas. Per quanto riguarda le lesioni che presentava l’albanese, con conseguente imbrattamento del volto col proprio sangue, esse erano dovute ad una caduta accidentale avvenuta durante l’inseguimento.

Al termine dell’acquisizione delle fonti di prova vista l’idoneità dell’azione e l’inequivocità del gesto nel voler procurare alla controparte quantomeno il deturpamento grave del volto l’uomo è stato quindi tratto in arresto con l’accusa di tentate lesioni personali gravissime, aggravate dall’uso dell’aggressivo incendiario e dalla premeditazione. Dopo le attività rituali di documentazione degli atti, l’arrestato è stato condotto presso la Casa Circondariale di Forlì, come disposto dal Pubblico Ministero Federica Messina. Martedì il G.I.P. dott. Lubrano ha convalidato l’arresto, disponendo che venisse applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla parte offesa, divieto di dimora nei luoghi da essa frequentati e obbligo di firma con presentazione dalla Polizia Giudiziaria.