Una corona al parco di via Ribolle
Domenica 4 agosto 2019 Folrì ha ricorrerdato il 45° anniversario dell’attentato al treno Italicus, avvenuto a San Benedetto Val di Sambro il 4 agosto 1974. La cerimonia è iniziata alle ore 10 nel parco “Silver Sirotti” di via Ribolle, dove, alla presenza dei familiari, delle massime autorità cittadine, dei Gonfaloni del Comune di Forlì e della Provincia di Forlì-Cesena, delle rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, sono stati deposti fiori al cippo che ricorda il sacrificio del giovane forlivese. E’ intervenuto il sindaco Gian Luca Zattini.
L’esempio di Silver Sirotti
Il 4 agosto 1974 sul treno “Italicus”, che collegava Roma con il Brennero, esplose una bomba provocando la morte di 12 persone e ferendone altre 48. La deflagrazione avvenne al termine della galleria di San Benedetto Val di Sambro, sulla linea Firenze-Bologna, a circa 40 Km da Bologna. L’attentato fu rivendicato dagli estremisti di “Ordine nero”. Fra i morti anche il ferroviere forlivese Silver Sirotti in servizio come controllore. Il giovane, diplomatosi all’Istituto tecnico industriale “G. Marconi” di Forlì nel 1968, era sopravvissuto all’esplosione ma trovandosi in vicinanza della vettura colpita e compresa la tragedia soccorse alcuni viaggiatori. Quindi, visto che le fiamme si diffondevano sempre più, impugnò un estintore e tornò per l’ultima volta nella vettura maggiormente colpita, dove il fumo e le fiamme spensero la sua giovane vita. Nel 1975, con Decreto del Presidente della Repubblica, gli fu conferita la medaglia d’oro al valore civile per il coraggioso atto compiuto con la seguente motivazione: “Controllore in servizio, in occasione del criminale attentato al treno Italicus non esitava a lanciarsi, munito di estintore, nel vagone ov’era avvenuta l’esplosione per soccorrere i passeggeri della vettura in fiamme. Nel nobile tentativo, immolava la giovane vita ai più alti ideali di umana solidarietà. Esempio fulgido di eccezionale sprezzo del pericolo e incondizionato attaccamento al dovere, spinti fino all’estremo sacrificio.