Solo Forlì ha diminuito il conferimento dell’indifferenziato da incenerire, non Ravenna, nè Cesena
FORLI’ – Le dichiarazioni del Presidente della Regione e dell’Assessora all’Ambiente, che accreditano la chiusura dell’inceneritore di Ravenna a motivo della presunta riduzione dei rifiuti in quella provincia, sono smontate dal WWF di Forlì che correggono il tiro e spiegano come i dati diffusi dalla Regione non corrispondano alla realtà dei fatti.
“La provincia di Ravenna, e con essa il Comprensorio cesenate con il quale è stato costituito il bacino andato a gara per l’assegnazione del servizio di raccolta rifiuti urbani”, spiega Alberto Conti coordinatore del Tavolo delle Associazioni Ambientaliste di Forl’, “non ha affatto abbassato la quantità dei rifiuti da smaltire: tra Ravenna e Cesena circa 200.000 tonnellate erano e tali sono rimaste. Questo pessimo dato è causato dalla modalità prevalentemente stradale di raccolta con cassonetti che i Comuni di quel territorio ed Hera continuano a privilegiare favorendo così l’incenerimento.”.
Stando ai dati forniti proprio da Conti, invece, sono comune di Forlì e comprensorio ad aver registrato un vero calo grazie alla raccolta porta a porta e tariffa puntuale.
Secondo le stime infatti quest’anno saranno incenerite meno di 20.000 tonnellate di rifiuto indifferenziato invece delle 64.000 (tra indifferenziato, ingombranti e spazzamento) inviati nel 2017. Il calo si attesa quindi al 70% con una previsione di ulteriore diminuzione già nel 2020.
“Un calo che sta mettendo a “rischio” il funzionamento dell’inceneritore di Forlì per mancanza di rifiuti da bruciare.”, sottolinea Conti che si domanda a questo punto perchè privilegiare la chiusura dell’inceneritore di Ravenna e non di quello di Forlì. “Solo perché a quest’ultimo conferisce i propri rifiuti anche il Comprensorio di Cesena che, al pari della Provincia di Ravenna, non li ha minimamente diminuiti ed ha bisogno perciò di smaltirli in quantità ben superiori a quelle forlivesi?”, insinua il coordinatore del TAAF.
“Invitiamo perciò le Amministrazioni del Comprensorio Forlivese”, dichiara Conti, “a contrastare questa ingiusta politica regionale, facendo quadrato per impedire lo stravolgimento del principio del chi inquina, paga. Si chiuda prima l’inceneritore di Forlì e Ravenna e Cesena adottino il metodo Alea di raccolta, così ponendo le basi per chiudere il proprio il prima possibile. Nel frattempo, se vogliono chiudere quello per rifiuti urbani, ormai vecchio e poco efficiente, conferiscano i relativi rifiuti all’altro inceneritore che hanno, quello per rifiuti speciali (valido anche per bruciare gli urbani) da 55000 tn/annue. In ogni caso non li portino a Forlì”.