
Alla cena, con bottiglie costose, non si è presentato nessuno
Una telefonata da parte di una voce femminile suadente e gentile, la prenotazione di una lauta cena per festeggiare un anniversario importante, la richiesta di un pregiato vino francese di cui il ristoratore non dispone ma che è condizione essenziale per i festeggiamenti, un rappresentante che illustra le pregiate proprietà del vino ed effettua l’ordine, il pagamento per contanti delle bottiglie al fattorino che le consegnerà in tempi rapidissimi: questi gli elementi essenziali della ormai diffusa “truffa del vino” o “truffa del bordeaux” che, come in altre parti d’Italia, è stata commessa anche a Forlimpopoli ai danni di un noto ristoratore locale.
La donna gentile e garbata
Venerdì 12 aprile, a metà mattina, il 33enne imprenditore forlimpopolese riceve la telefonata dalla truffatrice, che si presenta con un nome e cognome (poi risultato falso) e utenza cellulare in chiaro (intestata a nome fittizio); la donna si qualifica come assidua cliente del locale, e prenota per la serata successiva un tavolo per sei persone con l’intendimento di festeggiare il compleano del suocero. Nel programmare il menu, fa richiesta di un vino particolare, che il ristoratore non ha nella sua cantina. La donna confida i particolari gusti del suocero in materia di vino, tant’è che per rendere i festeggiamenti il più possibile piacevoli, la cena dovrà avvenire con il servizio al tavolo di quel particolare vino francese da lei stessa indicato. Il ristoratore, seppur non propenso solitamente a soddisfare queste richieste, tenuto conto della garbata ed educata insistenza della donna, acconsente a prendere contatti con il fornitore per l’acquisto di due confezioni da tre bottiglie, una per cenare e l’altra come regalo di compleanno, il tutto al prezzo di 520 euro. Quindi la truffatrice gli fornisce il numero di telefono del fornitore, da chiamare urgentemente per l’ordinativo delle pregiate bottiglie, assicurando che in serata sarebbe passata per il saldo, pregando la vittima di anticipare il pagamento al fattorino che lo consegnerà.
Il rappresentante
Contattato immediatamente dal ristoratore, egli si presenta come rappresentante di una ditta di vini pregiati e gli fornisce tutti i dettagli dell’operazione in modo competente e qualificato. Lo stesso fornitore, considerata l’urgenza della consegna, si mostra “in via eccezionale” molto accondiscendente, precisando che per garantire il buon fine dell’operazione nei tempi ristretti indicati aprirà immediatamente una scheda clienti prevedendo il pagamento per contanti con successiva emissione della fattura elettronica. L’ordine quindi viene completato telefonicamente.
Il fattorino
Nel pomeriggio avviene la consegna da parte del fattorino, un giovane ragazzo vestito di rosso come fosse in divisa, compreso berrettino dello stesso colore, dall’aspetto caucasico e lingua italiana stentata, che lo fa sembrare un est-europeo. Riceve la somma di 520 euro e consegna le due confezioni di vino per un totale di sei bottiglie.
La scoperta della truffa. La stessa sera nessuno si presenta per il saldo, e nessuno poi verrà per la cena. Nessuno risponde più al telefono, né la “cliente”, né il rappresentante. Una ricerca su internet svela che quelle bottiglie non valgono nulla e che tanti altri ristoratori sono stati vittima della stessa banda. In alcuni casi, documentati online, emerge che in alcuni casi gli autori sono risultati gli appartenenti ad una famiglia di “sinti” piemontese. Al ristoratore non è rimasto altro che rivolgersi alla Polizia di Stato per sporgere querela e attivare le indagini del caso presso l’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Forlì.