Il padre e la madre sono accusati di maltrattamenti e istigazione al suicidio,

Sei anni al padre Roberto Raffoni, due e mezzo alla madre Rosita Cenni: sono queste le pene che il sostituto procuratore Sara Posa ha chiesto per i genitori di Rosita Raffoni, la studentessa che si suicidò il 17 giugno 2014 buttandosi dal tetto del Liceo classico “Morgagni”.

Il processo è arrivato alle fasi finali e, prima della prossima udineza del 22 maggio che vedrà le arringhe della difesa, la procura ha fatto emergere il crescente disagio psicologico in cui versava la giovane che, poco prima del lancio, aveva registrato un video di accusa verso i genitori.

Disagio verso il quale i genitori, secondo l’accusa, non avevano cercato di porre rimedio, anzi, da loro stessi acuito fino alla sfida che il padre aveva fatto nei confronti della figlia di mettere in atto i suoi propositi di morte. Tale incuria ha portato i genitori a essere accusati di maltratttamenti e, solo per il padre, di istigazione al suicidio

Secondo il pm si trattava di una famiglia disfunzionale e sicuramente rigida dove il disagio della giovane era di tipo psicologico e dove “è stata tradita la funzione di protezione dei minori affidata ai genitori”.

La sentenza è prevista per il 4 giugno.