
Ruffilli “eroe gentile”. Le foto della storica visita
E’ il giorno del Presidente Sergio Mattarella a Forlì.
Oggi, 16 aprile, la più alta carica dello Stato sarà in città per commemorare Roberto Ruffilli, professore universitario e senatore della Democrazia Cristiana ucciso in corso Diaz trent’anni fa, in un caldo pomeriggio di sabato, dalle Brigate Rosse.
Mattarella giunge in città a sette anni dalla visita di Giorgio Napolitano del 2011
Il Presidente della Repubblica arriverà verso le 10 e atterrerà all’aeroporto di Forlì per poi proseguire in macchina verso il centro e raggiungere corso Diaz dove presiederà la cerimonia di commemorazione. Visto che il tempo è buono proseguirà a piedi il breve tratto verso il Teatro Diego Fabbri e in questo percorso sarà possibile salutarlo.
A teatro incontrerà gli studenti delle scuole superiori e assisterà a un convegno in ricordo del senatore Ruffilli che vedrà l’intervento del professorr Pierangelo Schiera, presidente della Fondazione Ruffilli, e del filosofo Massimo Cacciari che parlerà dell'”Elogio della Riforma”.
In seguito il Presidente si dirigerà verso Meldola per visitare l’Istituto Oncologico Romagnolo.
AGGIORNAMENTI
Ore 12 Poco dopo l’uscita dla teatro il Capo dello Stato, a bordo dell’auto presidenziale, si è diretto alla volta dell’Irst di Meldola, Istiuto Oncologico Romagnolo, che per la prima volta ha ricevuto la visita della più alta carica dello Stato.
Mattarella ha posato la prima pietra per la futura radiofarmacia annessa all’Irst, il laboratorio di preparazione dei radiofarmaci per debellare i tumori. Dopo aver salutato la folla che lo aspettava si è diretto verso l’aeroporto per ripartire intorno alle ore 13.
Ore 11.47 Il Presidente Mattarella, le autorità e il pubblico lasciano il teatro.
Ore 11.35 Prende la parola Mattarella: “Ruffilli, come è stato detto, aveva un carattere mite. Grande era la usa passione per lo studio e il suo impegno per la società e la vita politica. Era difficile non esserne affascinato, per l’intelligenza e la trasparenza. Egli invocava un concetto di cittadinanza nel senso di comunità. la vita politica non è slo attività in Parlamento, Regione e Comune, questi sono punti di accordo.La vita politica si svolge nei tanti punti di incontro e questo esprime il vivacismod ella nostra Repubblica. Ruffilli era concentrato sul processo riformatore per adeguare lo stare insieme ai mutamenti della società. Il suo insegamento sta nella sua vita limpida, generosa e riovlta agli altri, in totale contrasto con l’efferatezza della sua morte”.
Ore 11.17 Il filosofo Massimo Cacciari prende la parola dopo l’intervento di una studentessa.
“Oggi intendiamo riforma come una sorta di dissoluzione dell’antico. Riforma significa avere idea di una forma che debba essere realizzata sulla base di una storia, di una cultura, di una tradizione e di un’idea concreta. Quest’idea di riforma domina nella civiltà europea, dove l’accento cade sugli intenti di realizzare una trasformazione. Uno stato che non sappia trasformarsi è destinato a perire. Trasformarsi nel senso della trasformazione e non della generica, vaga, dilettantesca innovazione. La storia europea è storia di continue riforme, una permanente inquietudine riformatrice, un’eterna lotta di forze contrastanti. La riforma avviene attraverso contrasti, ma si tratta di contrasti tra forze costituenti; in questo caso il contrasto e la contraddizione sono vitali: questo è lo spirito europeo. Non si tratta di nostalgie del passato, ma contrasto vitale perché l’Europa duri. Competere signifca tendere a un fine e questa era l’idea di Ruffilli. Il cuore dello Stato pulsa ovunque dove esiste partecipazione.
Ore 11.10 Il presidente della Fondazione Roberto Ruffilli, Pierangelo Schiera, definisce Ruffilli “gentile eroe” e dice ai ragazzi presenti: “L’azione riformatrice di Ruffilli fu diretta e incisiva del suo pensiero scientifico. Ci mancò veramente poco perché ce la facesse a creare una base comune per le riforme fra i due campi avversi e per questo fu ucciso… ma le riforme non vennero più perché le Brigate Rosse, o chi per loro, ne avevano spento lo spirito. Questo è ciò che resta a una generazione di distanza. Cari ragazzi, a voi tocca
di riprendere in mano quel fuoco, di provare a ravvivarlo, badando al vento da che parte tira, verso dove spinge. Perché i vostri sogni, bisogni, non sono quelli di quarant’aani fa ma la necessità della riforma è sempre viva. Si puà coniugare solo intermini plurarismo.
Siamo qui non solo per condannare un crimine, ma soprattutto per celebrare un atto di speranza e fiducia di un libero pensatore e cattolico quale è stato Roberto”.
Ore 11.05 Emozionato il sindaco Drei, il Presidente Mattarella siede in prima fila accanto al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
Ore 11 Ingresso al teatro Diego Fabbri dove tutti i presenti sono in piedi e risuonano la musica e le parole dell’Inno di Mameli.
Ore 10.45 Mentre si dirige a teatro il Presidente stringe le mani ai cittadini e si presta a fare delle foto. A Teatro ferve l’attesa.
Ore 10.26 Mattarella è uscito dall’edificio di corso Diaz e si è fermato sul sagrato della Chiesa di Ravaldino che è stato intitolato al senatore ucciso dalle Brigate Rosse. Dopo un momento di distensione, con tanto di selfie con le maestre presenti e l’augurio di “Buon lavoro” ai bambini, si è diretto verso il Teatro Diego Fabbri.
Ore 10.20 Il Presidente è arrivato con l’auto presidenziale e dopo un breve saluto ai presenti è entrato nell’edificio che ospitò la casa di Roberto Ruffilli e che ora è sede della Fondazione che porta il suo nome, dove ha deposto la corona di alloro. La folla lo acclama, nessuna dichiarazione alla stampa.
Ore 9.45 Circa quattrocento bambini delle elementari si sono posizionati ai bordi della strada davanti alla scuola Clelia Merloni per salutare il Presidente nel suo cammino verso il Teatro Diego Fabbri.
Marco Di Maio (Pd) ha scritto su Facebook: “Una delle cose di cui sono più orgoglioso è aver contribuito assieme ad altri colleghi all’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica”.
Ore 9.30 Tutto è pronto davanti al civico 116 di corso Diaz per accogliere il Presidente della Repubblica. Sono già presetni il sindaco di Forlì Davide Drei, il presidente della Forndaizone Cassa dei Risparmi di Forlì Roberto Pinza ed è da poco arrivato Romano Prodi.