Usavano la “tecnica dell’abbraccio”, nella banda anche una donna incinta
Tre cittadini di origine rumena (classe 91-91 e 83) sono stati arrestati in flagranza di reato dalla Polizia mnetre, nella giornata di giovedi 5 aprile hanno provato a rubare un orologio a una persona anziana a Forli.
L’uomo è stato avvicinato da una delle ragazze, P.I. classe 83, in stato di gravidanza, la quale mediante la “tecnica dell’abbraccio” ha provato a distrarre la vittima. L’intento nonostante ha permesso di far notare ad un poliziotto libero dal servizio, in forza presso la locale squadra mobile, come la donna si recasse con fare sospetto e frettolosamente a bordo di un’auto ove all’interno vi erano altri due occupanti. Auto che è fuggita velocemente in tangenziale per poi arrestarsi all’arrivo delle volanti allertate dallo stesso agente.
Responsabili già di diversi reati
Una volta identificati tutti gli occupanti (formalmente tutti senza fissa dimora), è emerso sin da subito a carico della donna incinta una misura cautelare in carcere da eseguire emessa dal Tribunale di Lucca per diversi reati di furto con destrezza (sempre con tecnica dell’abbraccio) avvenuti in Versilia nell’agosto del 2017. Inoltre indosso all’uomo, D.I. classe 91, autista del mezzo è stata rinvenuta una tessera sanitaria proveniente da un furto avvenuto diversi mesi fa a Zola Predosa (Bo) e dunque denunciato per il reato di ricettazione, mentre sull’altra donna, D.M. classe 91, non sono stati rinvenuti oggetti di provenienza illecita.
I tre, su disposizione della dott.ssa Posa Sostituto Procuratore presso la locale Procura della Repubblica, sono stati arrestati per il reato di tentato furto aggravato (dall’essere almeno in tre persone e ai danni di persona anziana) e di concerto con personale della Squadra Mobile e delle Volanti sono stati associati in carcere per l’udienza del rito per direttissima che li ha condannati a due anni con pena sospesa. Resta in carcere la donna gravata dalla predetta misura cautelare. L’auto su cui viaggiavano era risultata già oggetto di segnalazioni nel territorio dell’Emilia Romagna e risultava una dei 51 mezzi intestati ad una prestanome di origini rumene.