Riduzione del consumo di suolo, riqualificazione e rigenerazione urbana, sviluppo del territorio sono i criteri per ridefinire le possibilità insediative

Procede l’iter della “Variante al Commercio” del Comune di Forlì, importante atto amministrativo che punta a innovare gli strumenti di pianificazione relativamente alla disciplina del commercio, in particolare, la localizzazione di medie strutture di vendita. Nei giorni scorsi è stata l’assessore all’urbanistica Francesca Gardini a presentare contenuti e obiettivi del provvedimento in Commissione Consiliare, sottolineandone il potenziale di valorizzazione rispetto ai temi della rigenerazione e dello sviluppo e predisponendo l’atto di adozione della Variante per il Consiglio comunale del 13 dicembre, pomeriggio in cui verrà sottoposto al voto per l’approvazione.
Le scelte effettuate in tale materia fino a oggi dal Comune di Forlì nonostante mantengano ancora rispondenza col quadro normativo vigente, risentono della necessità di un aggiornamento al fine di diventare pienamente coerenti con la legislazione comunitaria e statale in materia di liberalizzazione delle attività economiche. Per quanto riguarda Forlì, Comune con più di 100.000 abitanti, la nuova programmazione riguarda le medio-piccole strutture (da 251 a 1.500 mq. di superficie di vendita) e le medio-grandi strutture (da 1.501 a 2.500 di superficie di vendita). Sul piano urbanistico e ambientale la ridefinizione delle possibilità insediative è stata operata tenendo conto di alcuni criteri cardine: riduzione del consumo di suolo, riqualificazione e rigenerazione urbana, sviluppo del territorio.
“La valorizzazione commerciale di alcune zone – afferma l’assessore Francesca Gardini – è un’esigenza che la città di Forlì sta manifestando da anni. Quello che si è cercato di fare è fornire una risposta concreta e misurabile a questa necessità, nel pieno rispetto di criteri urbanistici che fanno da cornice all’intera Variante, incentrati sulla riqualificazione urbana e sul recupero del patrimonio edilizio storico, favorendo pertanto la limitazione del consumo di suolo, senza previsioni di incrementi di capacità edificatoria né di cambi di destinazione urbanistica”. Nella proposta di Variante  trovano conferma le aree attualmente ritenute idonee per l’insediamento di medie strutture di vendita (in parte già attuate) previa ridefinizione, laddove necessario, della “classe dimensionale” o della dotazione di superficie di vendita.
Per quanto riguarda invece le nuove localizzazioni rispetto al vigente Piano del Commercio, oltre al completamento del Polo di Pieveacquedotto così come stabilito dagli strumenti urbanistici in vigore, è previsto l’insediamento di medie strutture di vendita in tutte le zone assoggettate ad interventi di riqualificazione. Si tratta delle zone “A1” (Centro storico), “A2” (i Borghi), “A3” (Patrimonio edilizio relativo alle prime espansioni urbane), “AC” (Aree Complesse e assimilabili) e “D4” (Edifici e complessi produttivi entro ambiti residenziali, da  ristrutturare o trasferire) che hanno oggi necessità di essere recuperate e valorizzate, in linea coi principi ispiratori della variante, che vedono nella rigenerazione urbana la chiave di sviluppo.