Technè ha portato la propria testimonianza raccontando l’esperienza dei laboratori e percorsi avviati in città

FORLI’ - “Dalle esperienze alle politiche: misure innovative per lo sviluppo delle attività formative e lavorative durante l’esecuzione penale”: questo il titolo del’incontro tenutosi il 4 novembre a Roma, presso il centro Salesiano Sacro Cuore. Ad intervenire una delegazione forlivese guidata da Lia Benvenuti, direttore generale di Techne, agenzia di proprietà del Comune di Forlì che si occupa di realizzare attività e laboratori nel carcere della città.

 

La partecipazione è stata occasione per portare la grande esperienza maturata sul territorio forlivese come testimonianza a livello nazionale, un esempio luminoso che ha colpito tutti i partecipanti al convegno realizzato in occasione del Giubileo del carcerato. In occasione di tale convegno, il direttore di Techne ha avuto il privilegio di intervistare pubblicamente Mauro Palma sul significato del lavoro per il detenuto e su quanto possa questo essere significativo ai fini di una rieducazione alla legalità ed un efficace reingresso nella società.

 

“Tre i punti su cui dover intervenire nelle carceri italiane – sottolinea Mauro Palma – in primis la promozione del lavoro quale strumento di riabilitazione e rieducazione per il detenuto, in secondo luogo la certificazione delle competenze acquisite in carcere, ovvero l’importanza che le abilità acquisite durante il lavoro dentro vengano riconosciute e formalizzate in prospettiva di un’occupazione fuori. Inoltre – continua Palma – è fondamentale stimolare la responsabilità sociale delle imprese affinchè possano sempre più offrire commesse ai laboratori interni alle carceri per raggiungere l’obiettivo che tutti gli oltre 54000 detenuti delle carceri italiane possano lavorare e avere una concreta chance di riscatto passando attraverso il lavoro”.

 

Tre sono i laboratori produttivi dentro il carcere di Forlì: il laboratorio di assemblaggio Altremani, che in oltre 10 anni di attività ha assunto quasi 60 detenuti, il laboratorio di cartiera Manolibera, che produce pregiata carta artigianale fatta a mano ed il laboratorio di dismissione di apparecchiature elettriche ed elettroniche (quest’ultimo esterno al carcere) con detenuti che escono quotidianamente per raggiungerne la sede.

 

Oggi nelle carceri italiane sono detenute 54.072 persone. Secondo i dati del Ministero della Giustizia i carcerati che scontano una condanna definitiva sono 35.234. Gli altri sono in attesa di sentenza e 9.120 di loro non hanno subito nemmeno il primo giudizio. Ed è proprio verso questi ultimi che Papa Francesco ha dedicato il suo messaggio per la Giornata della Pace, invocando “attenzione speciale a coloro che sono privati della libertà in attesa di giudizio”, ricordando la finalità rieducativa della sanzione penale” e chiedendo agli Stati di valutare “la possibilità di inserire nelle legislazioni nazionali pene alternative alla detenzione carceraria”.