CESENA. Dopo l’entrata in vigore della legge Cirinnà, domenica mattina 25 settembre presso la Sala degli Specchi del palazzo comunale, si è tenuta la prima unione civile tra due uomini nel territorio cesenate.
È così che, mentre il sindaco Paolo Lucchi, descrivendo un’inverosimile atmosfera di festa ed una ambigua emozione per quella che lui stesso ha definito ‘la sua prima volta’, si apprestava a celebrare il matrimonio tra Manuel e Marco, all’alba di domenica i militanti forzanovisti cesenati hanno deciso a modo loro di contestare l’evento.
Al loro risveglio infatti i cittadini di Cesena hanno ritrovato le principali vie del centro storico tappezzate di eloquenti manifesti funebri con testuali parole “Manuel e Marco, unitamente ai parenti e alla cittadinanza tutta, annunciano la fine della civiltà, delle nostre tradizioni, della famiglia naturale, unico cardine della nostra società, e dei diritti dei bambini a crescere con una mamma ed un papà avvenuta domenica 25 settembre”, “Matrimonio gay, funerale d’Italia” e poi ancora un esplicativo “l’Italia ha bisogno di figli, non di omosessuali!”, il tutto corredato da lumini e mazzi di crisantemi ad evidenziare come per il movimento politico forzanovista l’evento in oggetto rappresenti tutt’altro che una festa.
“Dal momento che Manuel e Marco sono stati un pochino scortesi negli inviti, appresa la notizia dai giornali, abbiamo deciso di partecipare a modo nostro al loro deprecabile traguardo” – spiega il reponsabile regionale forzanovista Mirco Ottaviani rivendicando l’azione – “Il 25 settembre resterà inciso nella storia della città di Cesena come un giorno nefasto, il passo definitivo verso il baratro in cui sta precipitando l’intera nostra società”.
“Oramai la normalità è diventata motivo di vergogna mentre media ed istituzioni in primis esaltano giornate come questa con orgoglio” – prosegue Ottaviani – “Solo Forza Nuova, nel silenzio vergognoso della comunità ecclesiastica locale e del vescovo Regattieri, ha deciso invece di avversare fermamente questa deriva dissolutrice della famiglia tradizionale che promuove unioni contro la ragione e contro la natura, come le giudicava con disprezzo anche lo stesso Platone”.
“Può esistere un solo unico matrimonio, quello tra un uomo e una donna, tanto più in una nazione che necessita disperatamente di figli, e quest’ultimi necessitano a loro volta di una mamma e di un papà, secondo un ordine naturale delle cose sacro ed inviolabile” – prosegue il responsabile regionale – “Il sindaco gay friendly Lucchi, che passerà alla storia come il primo a benedire un matrimonio omosessuale, poteva perlomeno risparmiarsi le sue manie di protagonismo ed interrogarsi maggiormente sulle conseguenze gravi di questo ultimo passo compiuto”.
Ottaviani conclude – “La battaglia contro il caos ideologico ed il disordine morale, verso il quale ci stanno portando politici complici e asserviti al Sistema, è appena cominciata e noi, unici guardiani e soldati politici, siamo già in prima linea in difesa della famiglia naturale e della Vita”.
Ufficio Stampa Forza Nuova Romagna