
Festival organizzato da Accademia Perduta/Romagna Teatri e ATER Fondazione
Colpi di Scena – Sguardo nel Contemporaneo, festival organizzato da Accademia Perduta/Romagna Teatri e ATER Fondazione, entra nel vivo nella sua seconda giornata di lavori, mercoledì 27 settembre, presentando sei spettacoli, tra Forlì e Bagnacavallo.
Gli spettacoli inizieranno alle ore 10 al Teatro San Luigi con Io che amo solo te della compagnia Bluestocking, co-prodotto da Società per Attori. Due adolescenti, forti delle loro certezze e di un’amicizia inossidabile, scoprono di amarsi in un modo che mai avrebbero pensato possibile. Le certezze crollano, arrivano la paura e il terrore di essere scoperti e derisi. Ma, al tempo stesso, la felicità. Rapida e terrificante, folle e inebriante. La felicità. La felicità di aver trovato lui, l’amico di sempre che si trasforma nell’amore che sempre, forse, si è cercato. Sensazioni contrastanti, che richiedono coraggio, comunicazione, condivisione. E Nicco e Vale, innamorati e terrorizzati, forse, a sedici anni, quel coraggio non ce l’hanno.
Alle ore 11.30, all’Ex ATR, sarà la volta di Album, nuovo spettacolo di Kepler-452 con Nicola Borghesi. Kepler-452, sperimentando una spazialità non frontale, insieme a dispositivi e forme di presa diretta e proiezione audiovisiva, cerca risposte alla domanda “di cosa è fatta una famiglia?”, raccogliendo storie e immagini da varie parti d’Italia e d’Europa, incontrando persone e comunità. Un “album scenico” e senza confini: un tentativo e una ricerca accesi da un’immagine suggerita dal mondo animale: come è possibile che tutte le anguille del mondo, a un certo punto della propria vita, percorrano decine di migliaia di chilometri sul fondo degli oceani per ritrovarsi nello stesso posto, a riprodursi, a morire, a rinascere?
Il Centro Teatrale MaMiMò presenta poi, alle 14.30, ancora all’Ex ATR, un estratto del nuovo spettacolo di Angela Ruozzi 4000 miglia. Nel cuore della notte Leo, ventunenne, si presenta alla porta dell’appartamento nel West Village dove vive la sua esuberante nonna novantunenne, Vera. Lei è una vecchia comunista che vive sola, lui è un hippie contemporaneo, rientrato recentemente da un giro in bicicletta attraverso il paese, che ha avuto un esito tragico. Nel corso di un mese di convivenza, questi strani compagni di appartamento, si provocano, si disorientano e alla fine entrano in contatto. Quando l’ex ragazza di Leo si presenta inaspettatamente all’appartamento e lui inizia a rivelare gli eventi misteriosi del suo viaggio, Leo e Vera scoprono la sottile linea che marca la differenza tra crescere e invecchiare.
Prima nazionale, alle ore 16.15 al Teatro Piccolo, per il collettivo Les Moustaches e lo spettacolo di Alberto Fumagalli e Ludovica D’Auria I cuori battono nelle uova, una co-produzione di Accademia Perduta/Romagna Teatri e Società per Attori. Tre donne, ognuna di loro porta un lungo camice che ne nasconde le forme, tranne quelle delle loro pance che sono gonfie e tonde. Le tre aspettano un figlio, il loro primo figlio. Le pance delle donne si mostrano piene e levigate, ricordano tre bellissime uova, tanto forti quanto fragili. Il disegno del domani dei propri figli condizionerà il comportamento delle tre donne che, mosse da un amore cieco, si spingeranno in azioni, paure e dinamiche nascoste nel più buio cassetto dell’animo umano.
A seguire, Colpi di Scena – Sguardo nel Contemporaneo si sposta a Bagnacavallo per presentare, alle ore 18.30 al Ridotto del Teatro Goldoni, il Primo studio di P come Penelope, scritto e interpretato da Paola Fresa in collaborazione con Christian Di Domenico e la supervisione registica di Emiliano Bronzino.
Il processo drammaturgico dello spettacolo parte dall’etimologia del nome “Penelope”, anatraccola, con esplicito riferimento a quell’episodio dell’infanzia del personaggio secondo cui la futura moglie di Ulisse fu vittima di un tentativo di affogamento da parte del padre. In uno spazio chiuso, asettico, come un laboratorio di analisi, mettiamo sotto il microscopio l’iconica storia di Penelope, cerchiamo di restituire alla figura universale del mito il suo sguardo negato, quello della donna che l’ha subito-vissuto, riconoscendole così una funzione attiva nella narrazione della sua vita. La nostra P, bloccata in questo spazio, itera il suo fare e disfare la scena – come la Penelope omerica faceva e disfaceva la tela –ripercorre la sua esistenza segnata dal rapporto con il padre, trascorsa aspettando un uomo che non è mai tornato, interrotta per un figlio che, una volta cresciuto, ha scelto di non aspettare e di partire. In una sorta di confronto tra le triadi dei ruoli maschili e femminili: padre, marito, figlio e madre, moglie, figlia. La chiave ironica con cui affrontiamo queste tematiche universali, riporta immediatamente l’indagine intorno al mito al nostro vivere contemporaneo, restituendoci un’educazione sentimentale al femminile che vuole mettere al centro la ricerca della felicità.
Alle ore 20, il Teatro Goldoni ospiterà l’Anteprima di Il Grande vuoto, nuovo spettacolo di Fabiana Iacozzilli della compagnia Cranpi. Il Grande vuoto indaga l’ultimo pezzo di strada che una famiglia percorre prima di svanire nel vuoto e, questo dissolversi, è amplificato dal progressivo annientamento delle funzioni cerebrali della madre a causa di una malattia neurodegenerativa. Al progressivo svuotarsi del cervello della madre fa eco lo svuotarsi di esseri umani dalla casa, mentre questa si popola di oggetti, di ricordi che aumentano, pesano e riempiono tutte le stanze. Il lavoro trova risonanze e spunti in Una donna di Annie Ernaux, e nel romanzo Fratelli di Carmelo Samonà ed è il tentativo di raccontare una grande storia d’amore: quella tra una madre, i suoi figli e un padre che muore. Gli spettacoli sono aperti gratuitamente al pubblico (salvo disponibilità). È necessaria la prenotazione telefonica al numero 0543 26355.