Primo appuntamento i 3 novembre, si replica il 10

A Tredozio piccolo borgo collinare-montano dell’Appennino Tosco-Romagnolo con la sua appendice territoriale a sud inclusa nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, laddove l’accoglienza, l’allegria e la convivialità  sono gli elementi caratteristici, si riconoscono imperanti nella prima e seconda domenica di Novembre i sapori nostrani proposti della Sagra del Bartolaccio che il paese riserva a questa nostra specialità gastronomica.

Più che l’attrazione di una qualsivoglia band o di abili artisti di strada, lo spettacolo vero è il “Bartolaccio”, confermatosi nel tempo il vero romagnolo, capace di risvegliare gli animi sopiti dei più scettici. Specialità gastronomica, unica nel genere, curiosa per la forma a mezzaluna, seducente, colorato e paffutello, una specie di crescentina, ben farcita, ricca di profumi, dal sapore pieno che a morsi si consuma in un batter d’occhio. Il bartolaccio, o meglio  “e  bartlàz”  in slang romagnolo, per i suoi naturali ingredienti è l’eccellente riscoperta e risposta alla gastronomica odierna Patata gialla lessata, pancetta di maiale, grana padano stagionato, sale, pepe sono gli alimenti con le altre spezie che formano il suo composto.

E sembra d’obbligo l’abbinamento solidale con un buon sangiovese della nostra vallata del Tramazzo-Marzeno.

Il primo appuntamento della Sagra è per Domenica 3 novembre dalla mattina alle ore 10,00, in cui piazza Vespignani si risveglia dal brusio dei presenti e dai profumi che il Bartolaccio emana già cotto e pronto per essere mangiato.  La festa si protrae fino a sera accompagnata da spettacoli itineranti con l’area del mercato delle bancarelle tradizionali, quella dei prodotti tipici e dai creativi d’ingegno . Non va inoltre dimenticato il riconoscimento assegnato alla Sagra dal Ministero del Turismo nel 2011 con il bollino di “Meraviglia Italiana”.

L’evento gastronomico  si ripeterà Domenica 10 novembre;  nelle medesime forme e negli stesse modalità della domenica precedente, mettendo in luce anche altre specialità caratteristiche della stagione autunnale, altrettante uniche della gastronomia “cosidetta povera” che trova nella Sagra la sua valorizzazione.

In primis “la paciàrela” polenta di minore consistenza condita con porri e fagioli e la classica polenta gialla al paiolo condita al ragù di carne. Infine per un territorio di confine con l’Alto Mugello non potevano non mancare le castagne, un frutto del parco e dei nostri boschi,  dalle quali gli chef  della Pro Loco ricavano i tradizionali dolci al forno e le torte in varietà, mentre gli Alpini le più classiche caldarroste abbinate ad un sangiovese ed al vin brulè.

Dolce e salato, il mix culinario proposto dalla Pro loco sarà godibile per tutti  e gustato nello stand coperto, allestito per l’occasione nelle domeniche del 3 e 10 novembre prossimo nella piazza Vespignani .

Vi aspettiamo, non resterete delusi, l’ingresso è libero….

 

Per Info: lioi.pino@gmail.com