Dai convegni, proposte, inziative e progetti per una convivenza più sostenibile e consapevole

Importanti segnali di cambiamento, di presa di coscienza, di rispetto per l’ambiente, la fauna, la flora, per il mondo che ci circonda, con i suoi pericoli e le sue opportunità.

La parte convegnistica di Caccia & Country Fisching Expo è stata particolarmente apprezzata dal pubblico in fiera e gli interventi, tutti di grande spessore, hanno messo in luce criticità ma anche occasioni di miglioramento nel rapporto tra alimentazione e natura, convivenza e ripopolamento delle specie, prevenzione e valutazione dei rischi.

 

Tra i tanti temi quello del lupo è stato uno di quelli che maggiormente ha suscitato dibattito e riflessioni. Il talkshow organizzato da Agrilinea (tenutosi sabato 25 novembre) ha visto la partecipazione di rappresentanti di Associazione Rilevatori Faunisti, WWF, Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, Ausl e agricoltori.

Come le pagine di cronaca locale dimostrano, oggi il lupo è arrivato in pianura ai limiti della via Emilia e gli allevatori lanciano l’allarme. Chi opera nel campo dell’allevamento lamenta costi in termini di aggressioni e quindi di perdite di capi e in strumentazioni volte alla prevenzione (come l’innalzamento di recinzioni protettive). Non si tratta di voci fuori dal coro, ma di un’analisi non lontana dalla realtà presa in considerazione anche dallo stesso Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano che teme anche per un potenziale rischio di aggressione all’uomo. E’ proprio l’ente Parco che utilizzando fondi europei ha lanciato il piano “Life” con cui si cerca di andare incontro alle esigenze degli allevatori fornendo recinzioni anti lupo, cani addestrati per sorvegliare e proteggere le greggi ma anche compensando, per quanto possibile, i danni economici. La reale domanda che oggi ci si dovrebbe porre è se la legislazione odierna, che vede il lupo come specie protetta, sia ancora valida.

 

Altro tema particolarmente apprezzato è stato quello della “biodiversità”, affrontato in maniera molto approfondita in occasione della presentazione del progetto “La Biodiversità è UNA” a cui ha preso parte anche il presidente della Fiera di Forlì, Gianluca Bagnara, che nel suo intervento ha sottolineato: “La biodiversità va vissuta sotto molteplici aspetti. Bisogna tenere conto della genetica. Pensiamo che il 65% di quanto prodotto in agricoltura si basa solo su tre o quattro specie, contro le centinaia una volta presenti. Oggi dobbiamo compensare ricorrendo con integratori e additivi nell’alimentazione. Siamo sempre più obbligati a recuperare il nostro rapporto con il territorio e con l’ambiente circostante e per questo dobbiamo conoscerlo ed educarci a viverlo a pieno. Da ultimo ma non meno importante è l’aspetto della cultura: la povertà dei nostri prodotti è un potenziale di ricchezza straordinario e le conquiste della nostra cucina nel mondo ne sono un chiaro esempio. Dobbiamo tutelare e valorizzare le nostre produzioni, tipiche e caratteristiche”.

Convivere nella natura non è, comunque, una cosa semplice e l’evento organizzato dal Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati che ha aperto la tre giorni di Fiera, lo ha evidenziato con un dibattito serrato sul tema dei danni da fauna selvatica. L’appuntamento, intitolato “Prevenzione e metodologia di valutazione dei danni da fauna selvatica sulle produzioni agricole” ha visto una partecipazione consistente ed attiva. Il tema, particolarmente sentito da tutto il settore agricolo ha ripercussioni, spesso molto gravi, anche sui cittadini. Asaps ha fornito qualche interessante dato sugli incidenti che hanno visto il coinvolgimento di animali sulle strade. Nel primo semestre del 2017, l’Osservatorio ha registrato 75 episodi e la morte di 10 persone. Novantuno, invece quelle che sono rimaste ferite gravemente. Che gli incidenti con la fauna selvatica, poi, avvengano prevalentemente di notte, è una leggenda metropolitana. Dati alla mano, infatti 59 sono quelli avvenuti di giorno e solo 16 quelli occorsi di notte. Territorialmente, infine, 9 sono stati gli incidenti con conseguenze per persone in Emilia Romagna e Abruzzo, 8 in Lombardia, 6 in Toscana e Lazio, 5 in Sicilia, 4 in Campania, Liguria, Marche, Sardegna e Veneto. Sono stati 65 gli animali selvatici coinvolti, nella stragrande maggioranza dei casi cinghiali. In tutto il 2016 gli incidenti registrati sono stati 119, 16 i morti conseguenti a questi episodi e 151, invece, i feriti.