In più di diecimila hanno protestato contro il decreto Lorenzin

Magliette bianche e un unico grido: “Libertà”.

Il popolo ‘free vax’ è sceso in piazza a Roma ieri contro il decreto Lorenzin che ha introdotto l’obbligo di 12 vaccinazioni per la frequenza scolastica. La manifestazione nazionale è stata indetta dal Coordinamento nazionale per la libertà di scelta, dopo che sabato scorso ci sono state manifestazioni in tutt’Italia tra cui Forlì, Cesena, Rimini.

Il corteo è partito da Bocca della Verità e ha sfilato per le strade del centro storico per poi ritornare al punto di partenza, come concordato dagli organizzatori. A partecipare rappresentanti di associazioni, medici, avvocati, genitori, ragazzi e anche bambini in carrozzina, danneggiati da vaccino.

I manifestanti – sicuramente più di diecimila, ma si aprla di 15mila – sono arrivati con pullman da tutta Italia come Lorenzo, partito da Rimini con moglie e figli. “Ho deciso di essere qui oggi per testimoniare che c’è una fetta di popolazione che nutre un forte dissenso contro il decreto – racconta Lorenzo, tra i rappresentanti di Comilva (Coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni) – Ci hanno imposto di scegliere tra la salute e l’istruzione minacciandoci con delle multe salate se non dovessimo vaccinare i nostri figli. La palese incostituzionalità delle misure contenute nel decreto e l’assenza di situazioni contingenti di emergenza epidemiologica rendono inaccettabile la decisione adottata dal governo e fortemente voluta dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin”.

Mentre alcune voci autorevoli, come il giudice Ferdinando Imposimato, parlano di chiara incostittuzionalità del decreto, il governatore della regione Veneto dichiara che lo impugnerà  perché segna “il ritorno ai metodi coercitivi, lede l’autonomia della Regione Veneto che, unica in Italia, ha un’anagrafe vaccinale digitale e ha sancito la facoltatività della vaccinazione sostenuta da un dialogo con i genitori e da un sistema di informazione che ha portato a un tasso di profilassi fra i più alti d’Italia”. E mentre anche i dirigenti scolastici sono in agitazione – quelli di Como si rifiutano di fare i controlli – perché si ravvisa un inizio di anno quantomeno scoalstico caotico, i sostenitori della libertà di scelta hanno già un’altra data in cui far sentire la loro voce: appuntamento l’8 luglio a Pesaro per la manifestazione nazionale.