Codacons e Moige: “Il metodo scelto dal governo è illegittimo e incostituzionale”
Si è svolta questa mattina, davanti alla sede di via Colombo dell’Ausl, la protesta dei genitori del gruppo “Genitori uniti Romagna” contro il decreto legge della ministra Lorenzin per far passare da 4 a 12 i vaccini obbligatori che – affermano – “lede i diritti fondamentali delle persone, discrimina una parte dei bambini e va contro diversi articoli della Costituzione: le persone devono avere libertà di cura e opporsi a un trattamento sanitario che non vogliono”.
Nel frattempo il Codacons è stato letteralmente sommerso dalle proteste dei genitori che non intendono sottoporre i figli alle 12 vaccinazioni previste dal nuovo decreto.
Migliaia sono infatti le richieste d’aiuto giunte negli ultimi giorni da parte di famiglie preoccupate per le nuove imposizioni volute dal Ministro della salute Lorenzin, che rischiano di scatenare una vera e propria rivoluzione civile delle famiglie. Ci sono addirittura genitori che stanno pensando di trasferirsi all’estero contro l’imposizione sui vaccini, e altre che hanno deciso di non fare figli – rende noto l’associazione.
“Ribadiamo come l’importanza dei vaccini non sia assolutamente in discussione – spiega il presidente Carlo Rienzi – ma la scelta del Governo e il metodo seguito sono illegittimi sotto tutti i punti di vista, e violano non solo la Costituzione, ma anche le norme comunitarie in materia”.
Per tale motivo il Codacons, oltre a organizzare la protesta dei genitori, impugnerà il decreto per ottenerne l’annullamento dinanzi la Corte Costituzionale e, se non basterà, si rivolgerà a Strasburgo contro il Governo Italiano.
“È incostituzionale – afferma anche il direttore generale del Moige Affinita – un decreto che, per rispondere ad un picco epidemiologico sul morbillo, inserisce l’obbligo per altri vaccini che non hanno un quadro epidemiologico di necessità ed urgenza, proprio del decreto. Tutto questo avviene in aperto contrasto con i consolidati orientamenti provenienti dalle esperienze europee, dove l’obbligo risulta quasi ovunque assente, e dagli organismi sanitari europei, che non suggeriscono l’obbligo vaccinale bensì politiche volte all’informazione, raccomandazione, coinvolgimento, garanzie ed efficienza della rete vaccinale”.