FORLÌ. Il dibattito sulla sanità forlivese e dell’intera area, occorre ragionare in termini di “auslona della Romagna”, ha assunto ormai i toni della farsa, invece di essere occasione di una riflessione approfondita e molto seria. Abbiamo assistito al rimpiattino mediatico dei vertici dell’azienda sanitaria, che ha offuscato il tema in campo, e cioè che il sistema scricchiola. Partendo dalle dichiarazioni del Sindaco Drei “la salute è un diritto di tutti e la qualità non si tocca” cerchiamo di aprire un ragionamento.

Purtroppo da anni il Servizio Sanitario Nazionale è la prima voce di bilancio quando si parla di tagli e spending review, in controtendenza rispetto all’andamento demografico nazionale, in cui, sono statistiche, gli italiani sono più anziani e malati. A questa banale considerazione si aggiungono i mirabolanti tentativi di mascherare il decremento di risorse finanziare e anche umane (i pensionamenti non vengono sostituiti per intero e una parte del personale si trova in una avvilente precarietà). Tutto ciò colpisce anche l’AUSL Unica della Romagna, la quale venne presentata come una panacea per i risparmi amministrativi che sarebbero stati liberati e destinati alla spesa medica. Tuttavia ancora non è chiaro né quanto si sia risparmiato, né quali siano le previsioni nel lungo periodo, non si è ancora ben compreso il piano organizzativo generale nè le specifiche per la sua implementazione.

Nel frattempo a noi pare si siano allentate le maglie del controllo diretto dei Sindaci e della partecipazione dei cittadini, tanto che solo a seguito di grandi disguidi ed emergenze, come quella appena trascorsa, i sindaci del territorio hanno alzato la voce e chiesto quello che già da troppo tempo manca, un piano dettagliato. Condividiamo le preoccupazioni del personale medico e non, che pubblicamente ha dichiarato in quali condizioni si trovano ad operare e anche l’indignazione di cittadini che a causa del freddo, francamente fa sorridere, hanno avuto non pochi disagi.

La Sanità emiliano-romagnola, considerata per anni un modello, si sta deteriorando progressivamente, non permettiamolo!

In questa battaglia tutti i cittadini devono avere un ruolo ed essere coinvolti tutti gli utenti e le organizzazioni che con la sanità quotidianamente si rapportano. E in questa situazione di deterioramento e strisciante privatizzazione è vitale, per la sanità pubblica, preservare i fondamenti del Sistema Sanitario Nazionale: universalità e qualità. Noi, perciò, chiediamo forme partecipative di controllo e verifica, facendo funzionare realmente i comitati consultivi misti e le altre strutture di partecipazione previsti dalla legge di istituzione dell’AUSL unica, affinché i cittadini e gli Amministratori locali riprendano il loro ruolo di tutori del servizio sanitario pubblico, invece di seguire incomprensibili discipline di partito.

 

Nicola Candido, Segretario Rifondazione Comunista Forlì – Comunicazione