DOVADOLA. Sabato 1 ottobre 2016, alle ore 17.00, presso l’Oratorio di Sant’Antonio, via Tartagni Marvelli, Dovadola, si terrà l’inaugurazione della mostra “Quando l’arte è F.A.T.A. Fuoco, acqua, terra, aria”, dedicata a quest’ultimo elemento.
L’iniziativa è promossa dall’Associazione Artisti Dovadolesi e giunge alla quarta edizione. L’appuntamento si presta per fare un consuntivo della manifestazione nel suo complesso e nel contempo per immergerci nelle problematiche più scottanti che riguardano il nostro pianeta.
Il consuntivo della rassegna è decisamente positivo. Aver allestito nel corso degli ultimi quattro anni altrettante esposizioni a Dovadola, poi replicate a Forlì, è stato un successo sia per la proposta artistica e culturale, che ha visto la presenza di oltre venti artisti romagnoli che stanno contribuendo a scrivere la storia dell’arte in questo territorio e a livello nazionale, sia per il riscontro di visitatori e di interesse creato. È stata anche una sfida vinta, considerati i pochi finanziamenti a disposizione e il diradarsi, proprio per mancanza di fondi, di manifestazioni similari anche nelle più importanti città della Romagna. Caso a parte la grande mostra che annualmente viene allestita presso i Musei San Domenico a Forlì, con un importante impegno economico della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna, e quella che propone, sempre a cadenza annuale, il Museo d’arte di Ravenna, città che vanta un’insieme di monumenti religiosi paleocristiani e bizantini di un’importanza straordinaria in ragione della suprema maestria nell’arte del mosaico per cui ben otto di questi monumenti nel 1996 sono stati iscritti nella Lista del Patrimonio dell’Umanità.
Il lavoro compiuto da Serena Venturelli, in qualità di presidente dell’Associazione Artisti Dovadolesi, dai soci della stessa, e da Marisa Zattini, in qualità di critico d’arte, e il ruolo svolto dal piccolo Comune di Dovadola vanno rimarcati anche per l’atteggiamento in controtendenza che ha permesso di continuare a investire in cultura e in arte mentre quasi ovunque la tendenza che si è affermata è purtroppo quella dei tagli generalizzati. Occorre rilevare però che negli ultimi tempi a livello nazionale sempre più, sia a parole sia con qualche importante investimento, si intende “sfruttare” appieno la più rilevante caratteristica del nostro paese e cioè quella di una nazione dove il patrimonio artistico, culturale, architettonico e paesaggistico è il bene più prezioso che deteniamo dal quale si può produrre da una parte la ricchezza civica, che eleva l’uomo dal punto di vista culturale e sociale, e dall’altra quella economica con la creazione di migliaia di posti di lavoro soprattutto rivolti ai giovani. Allora anche Dovadola si deve trovare pronta ed avere un ruolo di primo piano promuovendo il Cammino di Dante e il Cammino di Assisi (oppure detto di San Francesco), itinerari che coniugano storia, religione, letteratura direttamente con Dante Alighieri, San Francesco e Sant’Antonio di Padova. In quale altra parte del mondo potrebbe succedere?
Infine le opere degli artisti Ana Cecilia Hillar, Stefano Mazzotti, Stefano Mina, Paolo Poni e Massimo Pulini, dedicate all’aria, consentono di riflettere sulla salute del pianeta. Il grande esploratore forlivese Silvio Zavatti dedicò gran parte della sua vita per conoscere il Polo Nord, in particolare le terre degli Inuit, piccolo popolo dell’Artico, perché aveva già intuito 70 anni fa che la qualità dell’aria in quelle lontanissime terre è direttamente proporzionale a quella che il mondo industrializzato respira quotidianamente. Più è inquinata l’aria da noi più a rischio sarà la vita biologica dei Poli, come purtroppo si sta verificando in maniera sempre più drammatica. Allora come fare per invertire la tendenza? Il compito di salvaguardare il pianeta dall’inquinamento può iniziare da attenzioni quotidiane molto semplici, come il rispetto di una dieta sana ed equilibrata. Una corretta alimentazione ha in effetti un’efficacia preventiva contro l’insorgere di malattia, ma ha anche un potere terapeutico perché molti malanni sono riconducibili a cattive abitudini alimentari: un corpo sano non cede facilmente all’attacco di agenti esterni. Seguire la dieta mediterranea, cioè mangiare utilizzando i prodotti della nostra terra nel periodo in cui il ciclo naturale delle stagioni ce li offre, è una “medicina di longevità”, come molti studi hanno dimostrato. Si tratta evidentemente di un approccio olistico, che si differenzia notevolmente da quello settoriale proprio della medicina scientifica, la quale si concentra su una zona circoscritta del corpo del paziente ed opera per estinguere in sintomo, senza risalire alla sua causa profonda. Cibarsi di prodotti naturali, freschi e di stagione, provenienti dal territorio circostante e non coltivati con trattamenti chimici, cosa che siamo sempre meno abituati a fare, dal momento che negli scaffali dei negozi troviamo di tutto in tutti i periodi dell’anno e siamo sempre più assuefatti al sapore dei conservanti e degli insaporitori, di cui sono ricchi i prodotti commerciali. La difficoltà di avere una dieta sana ed equilibrata soprattutto nelle grandi e medie città, un po’ per ragioni culturali, un po’ per motivi logistici, rappresenta certamente un ostacolo, ma può essere vista come una sfida che in un territorio come quello romagnolo si può raccogliere e vincere. Vale la pena quindi esplorare con la curiosità di un bambino l’ambiente in cui viviamo e le sue potenzialità, ripassare qualcosa di chimica e sperimentare nuove e prelibate ricette con cui stupirci e stupire eventuali ospiti a cena. “Sano” infatti non deve essere sinonimo di “frugale” e “insipido”. Si tratta in sostanza di fare in modo che il cielo è la terra siano padre e madre e le quattro stagioni il loro filo conduttore, come, per certi versi, le quattro mostre ideate da Serena Venturelli, da Marisa Zattini e dall’Associazione Artisti Dovadolesi, dedicate al fuoco, all’acqua, alla terra e all’aria, ci hanno dimostrato.
Gabriele Zelli , Sindaco di Dovadola – Comunicazione