Si chiamerà “Genesi”, resterà in cartellone dal 28 ottobre 2016 al 29 gennaio 2017

FORLÌ. Allestita nella chiesa di San Giacomo e inserita nell’offerta culturale del Complesso di San Domenico, il 28 ottobre 2016 aprirà al pubblico la mostra Genesi di Sebastião Salgado, che è già straordinaria protagonista di un tour internazionale di grandissimo successo.

Potente nella sua essenziale purezza, il messaggio di Genesi è incredibilmente attuale, perché pone al centro il tema della preservazione del nostro pianeta e della imprescindibile necessità di vivere in un rapporto più armonico con il nostro ambiente.

Genesi di Sebastião Salgado è un progetto iniziato nel 2003 e durato 10 anni, un canto d’amore per la terra e un monito per gli uomini. Con 245 eccezionali immagini che compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero di grande incanto, la mostra racconta la rara bellezza del patrimonio unico e prezioso, di cui disponiamo: il nostro pianeta.

Le fotografie di Salgado sono state realizzate con lo scopo di immortalare un mondo in cui natura ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente. Una parte del suo lavoro è rivolto agli animali che sono impressi nel suo obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro habitat.

Un’attenzione particolare è riservata anche alle popolazioni indigene ancora vergini e in totale armonia con gli elementi del proprio habitat. Con i suoi bianco e nero di grande potenza, Genesi è un atto di amore verso la Terra, ma anche un grido di allarme e un monito affinché si cerchi di preservare queste zone ancora incontaminate, per far sì che, nel tempo che viviamo, sviluppo non sia sinonimo di distruzione.

Ideata da Amazonas Images, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, la mostra è organizzata da Civita Mostre in collaborazione con Contrasto.

Sebastião Ribeiro Salgado nasce l’8 febbraio 1944 ad Aimorés, in Brasile. A 16 anni si trasferisce nella vicina Vitoria, dove finisce le scuole superiori e intraprende gli studi universitari. Nel 1967 sposa Lélia Deluiz Wanick. Dopo ulteriori studi a San Paolo, i due si trasferiscono prima a Parigi e quindi a Londra, dove Sebastião lavora come economista per l’Organizzazione Internazionale per il Caffè. Nel 1973 torna insieme alla moglie a Parigi per intraprendere la carriera di fotografo. Lavorando prima come freelance e poi per le agenzie fotografiche Sygma, Gamma e Magnum, per creare poi insieme a Lèlia la Agenzia Amzonas Images. Sebastião viaggia molto, occupandosi prima degli indios e dei contadini dell’America Latina, quindi della carestia in Africa verso la metà degli anni Ottanta. Queste immagini confluiscono nei suoi primi libri. Tra il 1986 e il 2001 si dedica principalmente a due progetti. Prima documenta la fine della manodopera industriale su larga scala nel libro La mano dell’uomo, (Contrasto, 1994) e nelle mostre che ne accompagnano l’uscita (presentata in 7 diverse città italiane). Quindi documenta l’umanità in movimento, non solo profughi e rifugiati, ma anche i migranti verso le immense megalopoli del Terzo mondo, in due libri di grande successo:

In cammino e Ritratti di bambini in cammino (Contrasto, 2000).

 

Ufficio Stampa Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì