CESENA. Ho iniziato il laboratorio di Arte Terapia, presso l’Ass. Volo oltre nell’aprile del 2015, come tirocinio per la scuola che frequento, l’Art Therapy Italiana. Quello che mi ha mosso verso questa associazione è stata la curiosità e la volontà di costruire un percorso nuovo in una realtà diversa. Ringrazio per questo Annarita Gelasio, presidente dell’associazione, per l’opportunità e la fiducia datami.
Il laboratorio era destinato ad un gruppo di persone, che settimanalmente per 14 mesi si è incontrato per entrare dentro il processo dell’arte terapia.
La teoria dell’arte terapia ha le sue radici sia nell’arte e negli studi sulla creatività, che negli studi psicodinamici. I lavori artistici sono il mezzo per l’espressione e la comunicazione del mondo interno – emozioni, fantasie e pensieri – e offrono un luogo dove dare una forma visibile e condivisibile ai propri vissuti. Attraverso l’utilizzo dei materiali artistici e dei colori, si vengono ad ampliare le esperienze sensoriali condivise creando un “ponte” tra l’immagine e il quotidiano di ogni persona.
Il primo aspetto sul quale ho lavorato è stato quello di tranquillizzare i componenti del gruppo sulla assoluta assenza di giudizio e in particolare sul fatto che per creare non è necessario produrre una forma riconoscibile, ma è possibile semplicemente avvicinarsi all’esperienza usando materiali, colori e accostamenti cromatici e dare così più importanza al processo, all’essere dentro al processo, piuttosto che partire con l’idea di un immagine fatta e finita.
La figura dell’arte terapeuta è quella di diventare un contenitore e testimone attivo di quanto sente e vede ed è proprio attraverso lo sguardo sull’immagine che facilita nel paziente la creazione dello spazio necessario per vederla e vedersi.
Ci si incontrava tutti i mercoledì e dopo il cerchio iniziale dove ogni componente del gruppo condivideva pezzi di vita quotidiana, ci si addentrava subito nel vivo del laboratorio; i temi, le modalità e i materiali messi a disposizione erano sempre diversi, proposti in base a quello che il gruppo portava. Ognuno aveva il tempo per creare la sua opera d’arte, o in maniera singola o a coppie o di gruppo, mentre il silenzio accompagnava la creazione.
Finito il processo creativo, ci si confrontava sulle immagini, ma soprattutto sull’importanza del percorso fatto per arrivare all’opera finita.
Ogni componente era libero di creare o meno, di verbalizzare o meno.
Nel processo la posizione assunta nella stanza, la ricerca dei materiali o le parole dette nel cerchio iniziale sono componenti importanti e orientano la scelta creativa. Molto significativo è creare un’immagine ma anche sentirsi di non farlo cercando di capire e di ascoltare quello che da dentro ci spinge e ci porta a fare scelte…
Il percorso di un gruppo in arte terapia può durare anni, creare legami, ma soprattutto uno spazio protetto dove poter portare quello che più di prezioso abbiamo: le emozioni e tutto quello che si muove all’interno di noi.
Il laboratorio continuerà, mi è stata data questa opportunità, ad Ottobre si inizierà un nuovo gruppo, nuove strade, nuovi incontri e connessioni.
Come nell’arte e nell’arte partecipata, percorsi che fanno parte della mia vita da anni, nell’arte terapia l’importanza è il tempo, creare e instaurare una fiducia e un senso di empatia verso la persona che con curiosità e timore si avvicina a questo tipo di esperienza, che non parla solo di creatività, ma anche e soprattutto di un viaggio e un percorso verso il proprio interno, molto spesso sconosciuto e inaspettato.
Giorgia Valmorri
Artista e allieva presso l’Art Therapy Italiana
Pagina facebook dell’associazione Volo Oltre