Davide Fabbri replica così al Sindaco di Cesena
CESENA. Ho letto con attenzione la lettera aperta del sindaco Paolo Lucchi sugli aspetti legati alla querela intimidatoria del Conad da me patita a causa della mia attività di blogger indipendente, notando la disponibilità e l’indulgenza del sindaco nei miei confronti. Una disponibilità condizionata a non alimentare i dubbi sulla natura dei rapporti fra persone che utilizzando le facoltà che derivano dal ruolo che ricoprono, stanno determinando da anni il destino urbanistico ed economico di una intera città, già sofferente per la crisi, disponendo di risorse pubbliche e di beni pubblici (e, in alcuni casi, anche privati) senza il consenso pieno e la consapevolezza dei cittadini. Personalizzare però lo scontro fra me e il sindaco di Cesena, ridurlo ad uno a uno, è una banale semplificazione. Lo scontro infatti non è fra un blogger indipendente ingiustamente querelato da Conad ed un sindaco che si ritiene infangato dai dubbi e dalle insinuazioni avanzate in merito alla correttezza dell’operato e circa il suo ruolo in importanti operazioni di natura politico-economica. Sarebbe comunque lo scontro di Davide e Golia, e a nulla servirebbe se non a fare del sottoscritto nel peggiore dei casi un Don Chisciotte da strapazzo, e nel migliore a fargli guadagnare la benevolenza e la simpatia di un gran numero di persone stanche della poca trasparenza dei processi decisionali di cui la politica sembra rendersi artefice. Lo scontro sotteso dalla schermaglia mediatica, seguita peraltro da tanti lettori, riguarda piuttosto altri soggetti: da un lato una buona fetta di cittadini attivi, desiderosi di partecipare consapevolmente alla vita e ai destini del territorio in cui vivono, di curare gli interessi della comunità intera e non di pochi; dall’altro forze legate da interessi economici che sembrano avere il completo controllo del nostro territorio: quelli che io chiamo ‘centri di potere e poteri forti’ per il semplice fatto che indipendentemente dalle volontà e dalle voci che si sollevano dalla cittadinanza e dalle questioni di principio e di opportunità che emergono dal basso, tendono machiavellicamente a sostenersi l’une le altre e a non pestarsi mai i piedi, pur di auto-conservare il loro status e di suffragare i propri reciproci interessi. Se l’atto di clemenza che mi viene riservato è dunque il modo di smorzare i toni di una discussione mediatica in cui la personalizzazione (nomi e connessioni fra persone) è diventata quantomeno imbarazzante e urticante, aumentando ulteriormente l’impopolarità diffusa che le scelte dell’attuale governo di Cesena hanno già ampiamente provocato (anche senza le mie sottolineature), non posso che convenire che possa sembrare la scelta strategica giusta. Ma se accettare questo scambio, fare le mie battaglie pacatamente (sottacendo nomi e legami fra i responsabili?) senza sollevare legittimi dubbi sulla giustizia e l’onestà di certe operazioni, significa rinnegare l’amore che da sempre coltivo per verità, legalità e trasparenza nell’agire politico, allora debbo dire che non posso che raccogliere il guanto con cui vengo sfidato e continuare con più passione e con più dedizione il mio lavoro di blogger ricercatore della verità e di organizzatore di comitati civici e movimenti. Svolgo questa attività con rigore e massima onestà, disposto a smentirmi e a correggermi se incorro in errori che mi vengono provati concretamente. Non è mio obiettivo ledere i singoli ma al contrario difendere interessi e diritti di gruppi più deboli, rispetto ad interessi di gruppi più forti che da singoli sono rappresentati. Accanirsi su Nerio Alessandri, Luca Panzavolta, Bruno Piraccini, Germano Lucchi e altri, significa solo occuparsi di quei cittadini il cui diritto è stato leso dalle azioni dei gruppi di potere rappresentati da detti soggetti: non significa affatto che io nutra rancore o disistima personale per questi individui o tanto meno invidia, come si intende insinuare.
Ad esempio: il rapporto di amicizia tra Paolo Lucchi e Luca Panzavolta (amministratore delegato del Conad) è un dato di fatto che fa parte della storia delle persone e non un’accusa, ma le scelte dell’Amministrazione comunale, a maggioranza “bulgara” targata PD, che accetta l’ampliamento della già robusta presenza di Conad nel territorio comunale, sono una scelta che politicamente non accetto e legittimamente critico ad alta voce. Definire “pericoloso connubio” l’intreccio di relazioni non personali tra Panzavolta e Lucchi, non è affermare qualcosa che necessariamente porta al losco, ma che determina delle scelte urbanistiche e politiche non appropriate per la città, che vedrebbe soccombere la già precaria piccola distribuzione e svuotare le attività del centro storico.
Il perché io ami rischiare di persona e investire tempo e passione nel disvelamento di questi meccanismi è così connaturato nella mia persona che chi mi conosce bene non si interroga nemmeno più sulle mie motivazioni. E’ il ruolo che questa città mi ha riservato, e se non lo avessi fatto io avrebbe dovuto pur farlo qualcun altro. Non mi aspetto di essere ringraziato per il servizio faticoso e scomodo che rendo a questa comunità. Mi gratifica rendere onore ad una visione nobile e antica della politica, di servizio alla polis, alla città, una città dove chi conta in primis è il demos, il popolo dei cittadini che la abitano. Non amo le oligarchie dei potenti che arbitrariamente decidono e che manipolano la comunicazione sottacendo le vere motivazioni delle scelte e offrendo informazioni e dati scorretti. Non posso che aggiungere che finchè avrò vita e salute io mi dedicherò a questa azione di difesa della democrazia, da persona indipendente e libera da appartenenze, per contrastare l’esercizio arrogante e autoreferenziale del potere, perché è quello in cui credo e mi identifico.
Davide Fabbri – blogger indipendente – Comunicazione